Brasile: cambiamenti inevitabili, occhi puntati su Temer

A cura di Gonzalo Pangaro, Portfolio Manager del fondo T. Rowe Price Emerging Markets Equity Fund
Dopo che la Camera bassa brasiliana ha approvato la mozione di impeachment contro il presidente Dilma Rousseff, il Senato sarà chiamato ad esprimersi sulla questione e le probabilità di un ulteriore avvallo sembrano essere abbastanza elevate. Nel caso il Senato votasse “sì”, Rousseff dovrà temporaneamente farsi da parte, per il tempo del processo, e il vice presidente Michel Temer ne farà le veci. Sembra dunque improbabile che Rousseff porterà a termine il suo mandato: vedremo dei cambiamenti, fra non molto.
Il sentiment degli investitori verso il Brasile e già migliorato nelle ultime settimane, via via che le probabilità di impeachment aumentavano. Una conferma dell’avvio del processo migliorerebbe ulteriormente il sentiment.
Negli ultimi cinque anni, Rousseff è stata la forza trainante delle politiche che si sono rivelate, in ultima analisi, deleterie per l’economia brasiliana e dannose per le dinamiche fiscali e del debito. La possibilità di un cambio di Governo sarebbe almeno un primo passo nella direzione di una variazione di tali politiche.
Il cambiamento politico è necessario per affrontare il disordine dei bilanci, con il Brasile ora nuovamente in una posizione di deficit primario, per la prima volta in più di dieci anni. Anche se è vero che i movimenti dei prezzi delle materie prime non hanno certo aiutato, gran parte del deterioramento dei conti pubblici è stata causata dalla cattiva gestione da parte del Governo. Esiste il rischio che un prolungamento della fase di recessione economica possa causare un ulteriore deterioramento delle dinamiche fiscali e del debito e possa rendere inevitabile la monetizzazione del debito. L’inflazione e i tassi di interesse sarebbero poi ancorati a livelli elevati.
Nel frattempo, la distribuzione della ricchezza in Brasile resta iniqua e il 90% della spesa pubblica è destinata, per legge, alla spesa sociale. Un nuovo Governo potrebbe affrontare il problema solo cambiando la Costituzione. Inoltre, andrebbero toccate altre tematiche delicate, come la riforma delle pensioni e le leggi sull’occupazione.
Gli occhi ora sono tutti puntati su Temer. A nostro avviso, non ha altra scelta se non andare in una direzione più favorevole ai mercati, creando fiducia sulla ripresa economica. Ci sarà un elevato rischio politico, ma dovranno essere discusse riforme del sistema della previdenza sociale, per il consolidamento fiscale, per aumentare i ricavi e per incoraggiare gli investimenti.
Continuiamo a essere costruttivi sulle nostre posizioni chiave in Brasile, poiché siamo focalizzati su società di elevata qualità, capaci di cavarsela anche in un contesto difficile. Riteniamo che le opportunità più allettanti si trovino nelle banche del settore privato, nei centri commerciali e nei titoli consumer di alta qualità. Nel caso in cui un nuovo Governo dovesse riuscire a far calare le attese sull’inflazione, così come ad affrontare le dinamiche fiscali e del debito di medio termine, ciò sarebbe positivo per gli attivi brasiliani.
Le imprese di buona qualità in Brasile hanno esperienza nell’attraversare fasi di crisi. Sebbene le prospettive economiche restino difficili per quest’anno, le aziende con bilanci in grado di sostenere queste tensioni dovrebbero uscirne più forti, con il potenziale per un forte apprezzamento nel medio / lungo termine.
Nel settore bancario, il mercato teme il ciclo della qualità degli asset, data la prolungata fase di recessione. Tuttavia, molte banche nel settore privato hanno in realtà tenuto delle politiche sui prestiti conservative negli ultimi cinque anni. Il ciclo dovrebbe quindi essere gestibile e i livelli di redditività giustificano valutazioni più alte di quelle attuali. Gli istituti bancari hanno sostenuti ROE vicini al 20%, anche durante questo contesto economico davvero molto impegnativo.

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