Fomc, non cambia la politica monetaria della Fed

A cura di Marco Vailati, Responsabile Ricerca e Investimenti di Cassa Lombarda
Il Fomc ha mantenuto ‎invariati i tassi e i principali contenuti del messaggio di accompagnamento della decisione. È stato confermato il miglioramento del mercato del lavoro, nonostante un rallentamento nella crescita delle attività, comunicando il quale la Fed ha voluto preparare il mercato al dato del Pil in uscita il 28 aprile, ritenendolo un rallentamento solo temporaneo dato l’aumento del reddito dei consumatori. Pur essendo positivo sulle prospettive del ciclo, il Comitato ha preferito aspettare un ulteriore rafforzamento del mercato del lavoro e, soprattutto, dell’inflazione stabilmente verso il target del 2% prima di procedere con altri rialzi tassi.
È stato invece rimosso il riferimento ai rischi globali, anche se è stato confermato che l’evoluzione economico finanziaria globale verrà monitorata. Tra i membri del Fomc, la Presidente della Fed di Kansas City Esther George, già favorevole ad un rialzo dei tassi di 0,25%.
Nel complesso il comunicato, col richiamo all’inflazione, ancora non soddisfacente e prossimamente esposta all’effetto base del prezzo del petrolio, ma anche la rimozione dei riferimenti ai rischi globali, aumenta solo leggermente le possibilità di vedere un aumento dei tassi al prossimo meeting (la probabilità implicita oggi nei futures è del 21%). Tale probabilità è sicuramente compressa anche dalla considerazione della vicinanza della prossima riunione (15 giugno) alla data del referendum sulla Brexit (23 giugno).
Il Fomc è stato leggermente meno accomodante di quello di marzo ma non cambia di molto le prospettive di evoluzione della politica monetaria della Fed e non impatta quindi sui trend in essere dei mercati. 

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