Cosa farà la Bce oggi? Opinioni a confronto

A cura di Adrian Hilton, gestore obbligazionario di Columbia Threadneedle Investments
Non pensiamo che la BCE abbia a disposizione abbastanza prove sul possibile effetto della Brexit per apportare modifiche sostanziali alla sua posizione politica questo giovedì. La mancanza di dati concreti raccolti dopo il referendum del Regno Unito e la recente capacità di ripresa dei mercati rischiosi rendono difficile per le banche centrali calibrare la risposta appropriata, come abbiamo visto da parte della Banca d’Inghilterra la scorsa settimana. Inoltre, la BCE vorrà vedere gli effetti delle sue recenti misure di allentamento prima di esprimere un parere su ulteriori stimoli.
Detto questo, è indubbiamente diminuita la probabilità che inflazione dell’Eurozona raggiunga il target del 2% posto dalla BCE nel medio termine e il Consiglio direttivo sta prendendo in considerazione alcune modifiche alla sua configurazione politica mentre ci avviciniamo alla riunione di settembre. Nella conferenza stampa di giovedi c’è attesa per eventuali segnali di un possibile taglio dei tassi di rifinanziamento e sul fatto che la BCE potrebbe modificare il suo programma di acquisto di asset alla luce della diminuzione dei titoli di stato tedeschi disponibili per l’acquisto.
A cura di Gero Jung, Chief Economist di Mirabaud Am
Se da un lato continuiamo ad aspettarci che la Banca Centrale Europea annuncerà ulteriori misure di stimolo verso fine anno, dall’altra riteniamo che nel corso della riunione di domani l’istituto di Francoforte manterrà stabile la sua politica monetaria.
Dall’esito del referendum del Regno Unito che a fine giugno ha visto trionfare il voto a favore della Brexit, il livello di informazione sull’attività economica è rimasta virtualmente invariata. La ragione principale per cui pensiamo che la Bce potrebbe annunciare nuove misure di allentamento quantitativo verso fine anno è che l’inflazione dell’Eurozona –come anche l’outlook sulla stessa – è ancora lontana dal target del 2%.
Nel frattempo, i dati economici sono deboli e ciò introduce alcuni rischi al ribasso verso una crescita del PIL modesta per il secondo trimestre, pari allo 0,4%. In seguito a dati deboli relativi ai singoli Paesi, la produzione industriale dell’Eurozona a maggio è calata considerevolmente, azzerando quasi completamente il rimbalzo registrato ad aprile.
A tale proposito, i flash sul PMI manifatturiero di giugno saranno fondamentali, con alcune possibili indicazioni seguenti al voto sulla Brexit. Andando avanti, ci aspettiamo qualche peggioramento e riteniamo che per quest’anno la crescita del PIL raggiungerà solo l’1,25%.

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