Il “fear trade” potrebbe essere giustificato poiché viene messa in discussione la coesione del progetto UE, altri stati membri potrebbero prendere in considerazione un referendum, accrescendo i timori di una rottura dell’UE. Per il Regno Unito il prossimo tema chiave è: quando verrà invocato l’Articolo 50? Esso stabilisce il meccanismo formale per lasciare l’UE e descrive una timeline di due anni per l’uscita. I politici del Regno Unito potrebbero ritardare l’appello all’Articolo 50 per guadagnare tempo e avviare negoziazioni in modo informale con gli stati membri dell’UE, determinando ulteriore incertezza.
Le previsioni degli economisti sul PIL del Regno Unito nei prossimi anni variano dal -9% al +2%, evidenziando l’incertezza sul reale impatto sull’economia. I rendimenti dei titoli di Stato britannici e dei Bund potrebbero diminuire nel lungo termine con l’aumento dei timori sulla crescita e la deflazione. Si prevede inoltre che le azioni cicliche possano subìre un grande sell off, soprattutto il settore financials ed energetico, mentre healthcare e utilities saranno considerati come rifugio.
Un rialzo dei tassi da parte della FED a luglio e settembre è ora escluso. L’oro potrebbe aumentare a quota 1400 dollari per oncia mentre altri metalli preziosi come il platino offrono fondamentali attraenti. In questo scenario l’incertezza regnerà sovrana. Quando diminuirà? Questa è una domanda ancora aperta.