Brexit: cosa fare con i propri investimenti?

A cura di Anima Sgr
Il referendum sulla permanenza del Regno Unito nell’Unione Europea ha visto una vittoria (52%) delle posizioni contrarie. Il risultato è inaspettato rispetto agli ultimi sondaggi, che prevedevano invece una vittoria (di misura) della posizione favorevole alla permanenza nella UE. I mercati hanno avuto una reazione iniziale molto brusca: la sterlina ha perso quasi il 9% rispetto al dollaro e le aperture delle principali borse sono state molto negative. La reazione è in linea con quanto abbiamo ipotizzato, nelle scorse settimane, nell’ambito degli stress test effettuati dal risk management in caso di “Brexit”.
Cosa succederà adesso. Ci attendiamo una reazione da parte delle autorità monetarie (Banca Centrale Europea, Banca d’Inghilterra, Fed) e, sperabilmente, anche da parte delle autorità politiche (Unione Europea, USA e principali paesi). Il risultato del referendum avvia infatti un processo di “negoziazione” tra Regno Unito ed Unione Europea che potrebbe durare alcuni anni, necessari a definire nel dettaglio il piano e le condizioni per l’uscita. È quindi molto importante, da un lato che l’Unione Europea ed i suoi governi nazionali mostrino una posizione “coesa”, dall’altro lato che le banche centrali si dichiarino pronte ad intervenire per “normalizzare” la situazione sui mercati, ad esempio attraverso ulteriori iniezioni di liquidità o eventuali acquisti dei titoli di stato “sotto pressione”. Detto questo, ci aspettiamo che sui mercati (azionari, obbligazionari e valute) la volatilità rimanga ancora elevata nei prossimi giorni.
Cosa fare con i propri investimenti? Per quanto riguarda i fondi ANIMA, nelle scorse settimane abbiamo adottato un posizionamento tattico prudente, nel rispetto dei limiti di ciascun fondo, e implementato alcune strategie di riduzione e copertura, per limitare l’impatto della Brexit, che noi come la maggioranza degli osservatori giudichiamo negativa, sia per i mercati finanziari che per le economie britannica ed europea. È importante sottolineare che tale scelta è derivata da una attenta valutazione dei rischi e delle opportunità derivanti dai due scenari (Brexit o Bremain) e non da una nostra scommessa sulla vittoria dello specifico scenario che poi si è concretizzato. Anche se ci attendiamo un impatto di breve nel complesso negativo della Brexit sulle principali asset class “rischiose”, riteniamo che, per  l’investitore finale, intervenire ora sui portafogli con una revisione drastica sia una scelta azzardata.
Le decisioni di investimento prese in momenti di alta tensione e volatilità raramente si rivelano scelte corrette nel lungo termine. Diversificare sia su diverse asset class e mercati, sia nel tempo (dividendo l’investimento in più momenti), e scegliere almeno in parte prodotti finanziari che permettono una gestione flessibile dei rischi, restano princìpi validi in particolare nelle situazioni di mercato come quella odierna. Infine, il processo di uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea sarà un percorso lungo, complesso e dagli effetti economici ad oggi solo in parte valutabili. Si creeranno quindi anche delle opportunità di investimento, che si potrà meglio cogliere con un approccio flessibile.

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