Tassi Fed, tutto rimandato probabilmente a dicembre

A cura di Michael Metcalfe, Responsabile Global Macro Strategy, e Chris Probyn, chief economist, State Street Global Advisors

La possibilità, anche se ancora contenuta, di un rialzo dei tassi di interesse nel mese di settembre sta tornando in auge. Con il contagio finanziario limitato per gli Stati Uniti derivante dalla Brexit, i tempi della prossima mossa della Fed saranno più influenzati da quanto accadrà nel prossimo trimestre rispetto a tutto il 2016.

Continuiamo ad essere preoccupati dal fatto che la maggior parte delle proiezioni di inflazione, incluse quelle della Fed, permettono un movimento troppo esiguo del livello dei prezzi nella seconda metà del 2016. Anche se la tendenza si è leggermente ammorbidita nel mese di luglio, l’andamento dei prezzi online negli Stati Uniti rilevato da PriceStats continua a segnalare che le aspettative di inflazione sono potenzialmente troppo basse.

Anche se i mercati stanno speculando sugli aumenti dei tassi di interesse della Fed da oltre due anni, questo non significa necessariamente che gli investitori sono ben posizionati per la ripresa di un ciclo di politica monetaria restrittiva negli Stati Uniti, questo è in particolare il caso del mercato valutario in cui gli investitori non sono più sovrappesati sul dollaro americano.

In ultima analisi, l’incertezza dovuta alla Brexit e le deboli prospettive globali hanno agito da freno. Tuttavia, se la crescita economica degli Stati Uniti rimanesse vicino al 2%, il tasso di disoccupazione continuasse a scendere e l’inflazione salisse verso l’obiettivo del 2%, allora la Fed dovrebbe essere in grado di far passare un aumento quest’anno, probabilmente nel corso della riunione di dicembre, seguita da due ulteriori aumenti nel mese di giugno e dicembre 2017.

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