La BoE mantiene i tassi invariati: le ragioni dietro questa scelta

A cura di Yuchen Xia, Portfolio Manager in MoneyFarm

Il 14 luglio 2016, la Bank of England ha deciso di mantenere il tasso di interesse base invariato allo 0,50%, a dispetto di quanto ci si sarebbe aspettati dopo la Brexit e dopo le dichiarazioni del governatore della BOE che accennava all’esigenza di un intervento per allentare le tensioni sui mercati. Ma si è poi scelto di seguire una strada diversa, quella dell’attendismo e della prudenza. Analizziamo il contesto e vediamo di capire il perché tale scelta apparentemente “impopolare”.

Perché tagliare i tassi non avrebbe aiutato. In linea teorica, tagliare i tassi di interesse favorisce l’erogazione del credito da parte delle banche, quindi un incremento degli investimenti e dei consumi. Ma questa volta gli effetti di un tale strategia sarebbero stati del tutto diversi rispetto a quanto accaduto in passato.

La prima ragione è legata alla sofferenza del sistema bancario. Le banche (anche quelli inglesi) si trovano a fare i conti con un margine di interesse netto (ossia con un rapporto tra gli interessi ottenuti dall’erogazione di credito e quelli dovuti per i depositi), ridotto al minimo. Un taglio dei tassi avrebbe indotto le banche a prestare meno denaro a imprese e privati e avrebbe comportato effettivi negativi anche sulle pensioni dei britannici, costretti a risparmiare quote maggiore per costruire una pensione soddisfacente.

Il secondo motivo per cui un taglio degli tassi, in questo caso, non avrebbe aiutato l’economia inglese, è che avrebbe impattato notevolmente anche sulla sterlina. Dal giorno in cui la Brexit è diventata realtà, il valore della sterlina è crollato del 10% rispetto al dollaro, e per evitare il rischio di un ulteriore perdita di valore, si è scelto di non rimandare il taglio dei tassi.

Certo l’export ne avrebbe giovato ma non si può sottovalutare l’effetto negativo di un deprezzamento ingente sulla stabilità dei mercati e dell’economia. L’indebolimento della sterlina porta all’aumento dell’inflazione, ad una perdita di valore del settore immobiliare e un rallentamento della crescita del Paese. Per queste ragioni la scelta della Bank of England di rimandare il taglio dei tassi di interesse a quando gli effetti della Brexit saranno più chiari, appare l’unica strada percorribile.

La prudenza non è mai troppa e, a un mese dalla Brexit, pare essere la il fulcro di una strategia al momento vincente. Dopo lo shock iniziale, i mercati sembrano essersi ripresi, lasciando agli investitori che possono contare su un portafoglio diversificato buone opportunità di investimento e, agli esperti, l’onere di aiutare questi ultimi a navigare in acque agitate.

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