Eurozona: il Pil centra le attese, ma l’inflazione resta debole

A cura di Azad Zangana, Senior European  Economist & Strategist, Schroders
Il dato preliminare sul PIL dell’Eurozona nel secondo trimestre, pubblicato il 29 luglio, ha mostrato una crescita dello 0,3%, in linea con le attese. Si tratta di un rallentamento, non preoccupante, rispetto ai tre mesi precedenti, quando il PIL aveva segnalato un’espansione dello 0,6%.
Poiché si tratta di una stima preliminare della crescita, sono disponibili solo alcuni dati disaggregati. Per quanto riguarda la Francia, che ha pubblicato i dati sul PIL, l’economia ha mostrato una crescita zero nel secondo trimestre, dopo un buon dato nei primi tre mesi dell’anno (+0,7%, una revisione al rialzo rispetto al +0,6% stimato in precedenza). L’istituto statistico francese ha segnalato un calo significativo della domanda interna, dopo tre trimestri solidi. I consumi sono rimasti invariati, mentre gli investimenti si sono leggermente contratti. Calo lieve per le esportazioni, più marcato per le importazioni: il risultato è un contributo positivo dal commercio con l’estero, che compensa quindi la debolezza della domanda interna.
Sebbene i dati francesi paiano deludenti, poiché le attese erano per una crescita dello 0,2%, anche alla luce degli ultimi trimestri maggiormente positivi, sembra che l’economia stia prendendo fiato. Una forte riduzione delle scorte ha tolto 0,4 punti percentuali dal dato di crescita generale, ma suggerisce che ora queste si attestino a un livello più basso e più “salutare”, diminuendo la necessità di ridurle ulteriormente.
Guardando invece alla Spagna, la crescita del PIL nel secondo trimestre ha centrato le attese (+0,7%), con un lieve calo rispetto ai tre mesi precedenti (+0,8%). Non è ancora disponibile un dato disaggregato sulla spesa, ma i numeri denotano una buona resilienza dell’economia spagnola, che a giugno ha portato – per la prima volta da maggio 2010 – il tasso di disoccupazione al di sotto il 20%.
Oltre ai dati sulla crescita, sono stati pubblicati anche quelli sull’inflazione nell’Eurozona, relativi al mese di luglio. L’indicatore armonizzato ha mostrato un aumento dello 0,2% a/a, in rialzo rispetto a giugno (+0,1%): sembra quindi che la lenta ripresa economica sia ancora in corso.
Nel dettaglio, l’inflazione core (escludendo cioè energia, alimentari, alcol e tabacco) è rimasta invariata allo 0,9%; è stata l’inflazione dei beni alimentari la principale responsabile dell’aumento dell’indicatore generale.
L’inflazione resta comunque troppo bassa per tranquillizzare la Banca centrale europea (BCE), e potrebbe convincere il presidente Mario Draghi ad aumentare le misure di stimolo nel corso dell’anno. Ci aspettiamo un ulteriore taglio del tasso sui depositi allo -0,5%, e verosimilmente anche un’estensione del programma di allentamento quantitativo.

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