Etp, deflussi sul petrolio

A cura di Etf Securities

Gli ETP sul greggio subiscono deflussi per la seconda settimana consecutiva, poiché il petrolio si avvicina al livello massimo del recente intervallo di negoziazione. Con l’approssimarsi del Brent ai 50 USD al barile, gli investitori hanno continuato a effettuare prese di beneficio sulle loro posizioni long. Negli ultimi mesi il benchmark petrolifero non è riuscito a superare nettamente la quotazione di 50 USD al barile. Una quantità maggiore di petrolio di scisto statunitense è divenuta redditizia intorno a tale livello e ciò rischia di incrementare l’offerta. Inizialmente le trattative dei membri dell’OPEC finalizzate a una stabilizzazione del mercato petrolifero avevano sostenuto i prezzi, in particolare grazie all’ottimismo suscitato dall’inclusione della Russia e dell’Iran nell’iniziativa. Tuttavia, l’Arabia Saudita ha spento gli entusiasmi quando il Ministro dell’energia ha affermato che le forze del mercato sono già in azione per ripristinare l’equilibrio. Le scorte statunitensi di greggio sono sorprendentemente aumentate la scorsa settimana, spingendo al ribasso il WTI dell’1,8%. Nello stesso periodo gli ETP long sul greggio hanno subito disinvestimenti per 43,7 milioni di USD.

Gli investitori hanno ridotto le posizioni short sulla GBP di 17,9 milioni di USD poiché la sterlina sembra aver raggiunto i minimi. Dopo il voto britannico a giugno favorevole all’abbandono dell’UE, la GBP si è deprezzata di oltre il 10% riflettendo il declino economico e la prolungata incertezza divenuti ormai inevitabili, dal momento che il paese ha dimostrato di non avere un piano d’azione per gestire l’uscita dall’Unione. Tuttavia, la debolezza economica, gli stimoli energici della banca centrale e il potenziale di collasso fiscale sono ampiamente scontati dal mercato, il che riduce notevolmente il potenziale di ulteriore deprezzamento.

Gli investitori vendono le posizioni short sull’Euro. Gli investitori hanno venduto ETP long sull’USD e short sull’EUR per 9,0 milioni di USD, quasi annullando gli afflussi registrati la settimana precedente. Dopo il deprezzamento dell’1,1% dell’EUR nei confronti dell’USD la scorsa settimana, gli investitori hanno effettuato prese di beneficio sulle loro posizioni.

L’oro continua a registrare afflussi per la sesta settimana consecutiva. Ora che gli ordini di beni durevoli negli Stati Uniti hanno superato le attese e che il secondo dato sul PIL conferma la solidità dell’economia, la Federal Reserve non ha più scuse per non innalzare i tassi. Pur avendo affermato con enfasi che le prospettive sono incerte e che la traiettoria della politica monetaria non è prestabilita, Janet Yellen ha dichiarato che negli ultimi mesi la tesi a favore di un aumento dei tassi è divenuta più convincente. Le quotazioni dell’oro sono scese di quasi l’1,5%. Nel rafforzare le coperture dei loro portafogli, gli investitori continuano tuttavia ad acquistare ETP sull’oro. Gli afflussi pari a 121,5 milioni di USD in questi prodotti rappresentano il picco delle ultime quattro settimane.

Deflussi dagli ETP su palladio e argento. Gli ETP sul palladio hanno subito disinvestimenti per sette settimane consecutive, ma i deflussi di 12 milioni di USD dell’ultima sono stati i più consistenti da novembre 2015. Dopo un rialzo del 30% da metà giugno, ultimamente la performance del palladio è apparsa più incerta, causando un incremento dei flussi negativi. La flessione dell’argento da 20 a 18,5 USD l’oncia in agosto ha generato deflussi pari a 7 milioni di USD. Dal momento che i fondamentali del palladio e dell’argento rimangono solidi, i prezzi più contenuti offrono agli investitori un punto d’ingresso interessante. Considerando che l’offerta di entrambi i metalli è insufficiente, essi dovrebbero beneficiare di una ripresa del ciclo industriale. L’utilizzo del palladio nelle apparecchiature per la riduzione dell’inquinamento e dell’argento negli impianti fotovoltaici dovrebbe tradursi in un aumento della domanda a fronte dell’inasprimento degli standard ambientali a livello globale.

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