Gestire il rischio di evento: come affrontare la prossima Brexit

A cura di Tristan Hanson, M&G Investments
Dopo il referendum del Regno Unito sull’appartenenza all’Unione europea, per molti l’attenzione si sposta ora sul prossimo “evento”: forse la prossima riunione di una grande banca centrale, il referendum italiano sulla riforma costituzionale, o le elezioni presidenziali statunitensi. Indubbiamente ciascuno di questi eventi genererà copertura mediatica e opinioni. Molti commentatori sosterranno che ciascun evento sia a sua volta di importanza critica per gli investitori.
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Qualsiasi persona coinvolta nei mercati da abbastanza tempo sarà abituata a questo flusso infinito di eventi importanti, ciascuno dei quali può dominare gli articoli di finanza e le conversazioni per brevi periodi, che spesso finiscono per essere dimenticate rapidamente .
Questo fenomeno appare sintomatico di una miopia particolarmente acuta tra gli attori di mercato, apparentemente molto di frequente negli ultimi tempi. È difficile stabilire se ciò sia dovuto a una percezione diincertezza vera e propria, a una crescente ossessione per lo scrutinio della volatilità di portafoglio di breve termine o all’influenza delle tendenze mediatiche (e al nostro utilizzo dei media).  Ma possiamo essere certi che abbondino i comportamenti miopi. Questa settimana un esperto di strategia sell-side ha commentato come segue: “Il voto per la riforma costituzionale italiana incombe, ma viene percepito come un fenomeno post-estate”. Mancano ancora tre mesi!
Dunque, come gestori di fondi, come dovremmo pensare di gestire il rischio di un evento? Ci sono diversi punti da considerare:

  1. Probabilmente, quando un evento è sotto i riflettori, la possibilità di avere un vantaggio nel prevederne l’esito è ancora più esigua del solito.
  2. Anche se si prevede correttamente l’esito dell’evento in questione, le reazioni di mercato possono essere sorprendenti. Il mese scorso non erano molti gli strateghi secondo i quali gli investitori dovevano incrementare l’esposizione azionaria perché pensavano che la Brexit avrebbe avuto la meglio.

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  1. L’attenzione assidua prestata a eventi specifici ricorda l’acronimo di Daniel Kahneman: “what you see is all there is”, ossia “quello che si vede è l’unica cosa che c’è”. È una tendenza umana concentrarsi sulle informazioni che ci troviamo davanti, anche se compongono un’immagine incompleta. Lasciare che gli eventi più visibili dominino il modo di pensare dell’investitore possono far perdere di vista sviluppi più importanti che stanno avvenendo lontani dai riflettori mediatici, sviluppi che forse l’investitore avrebbe avuto maggiori possibilità di prevedere.
  2. Nell’affrontare il desiderio di proteggerci dal rischio, dobbiamo chiederci quale sia la natura del rischio da cui stiamo cercando di proteggerci. La volatilità di breve termine non è una cosa che molti di noi dovrebbero temere. Semmai rappresenta una fonte di opportunità (un concetto fondamentale del nostro approccio episodico all’investimento). Eventi con esiti di lungo termine più acuti vanno considerati con maggiore attenzione.

 
E anche in questo caso, per buona parte, i cambiamenti più profondi  a livello di regime strutturale di lungo termine si creano in genere nell’arco di lunghi periodi di tempo, punteggiati da una serie di sviluppi apparentemente irrilevanti nel tempo reale. A nostro avviso è meglio cercare di comprendere questi cambiamenti piuttosto che concentrarsi in modo miope su una serie di eventi imminenti. Ciò ha inoltre il vantaggio di essere più interessante e meno estenuante a livello emotivo.
Gestire il rischio di ribasso. Le considerazioni appena descritte suggeriscono che un approccio all’investimento con modifiche frequenti al posizionamento prima di un “evento” non abbia grosse probabilità di riscuotere successo.
Tuttavia, quegli investitori con il desiderio legittimo di volatilità di portafoglio ridotta vorranno mitigare il rischio di ribasso potenziale con l’approssimarsi di un rischio di evento. In tali circostanze, l’approccio sensato consisterebbe nei punti seguenti:

  • Ridurre le posizioni per poter avere a disposizione riserve di liquidità nel caso in cui l’eccesso di volatilità possa offrire opportunità interessanti per incrementare le posizioni sulle tematiche di lungo termine;
  • cercare asset che, nell’ottica dell’investitore, offriranno un profilo di rendimento asimmetrico e una correlazione negativa al portafoglio esistente. Vengono subito in mente opzioni ma è poco probabile che in tali fasi esse siano a buon mercato: è proprio quando si è maggiormente preoccupati per il rischio di ribasso che probabilmente lo saranno anche gli altri. Individuare altri asset di diversificazione in tali circostanze dipenderà da una buona valutazione. In alcuni casi, se il parere condiviso è pesantemente alterato in una direzione prima di un evento, potrebbe aver senso sostenere la direzione opposta.

Conclusione. Il futuro è sempre incerto…e lo è sempre stato in passato. Avremo sempre a che fare con il rischio di un “evento”. Preoccuparsi di cosa potrebbe succedere come conseguenza di eventi imprevedibili di breve termine potrebbe rivelarsi costoso in termini di performance dell’investimento prevedibili nel più lungo termine. Per strategie di investimento con obiettivi espliciti di volatilità contenuta, la sfida consiste nel mitigare il rischio al costo più contenuto possibile. Ma nel lungo termine, il costo non è nullo.

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