Il valore della diversificazione

A cura di Yuchen Xia, Portfolio Manager di MoneyFarm

Se, da un lato, tecnologia e trasporti stanno accorciando le distanze facendo sembrare il mondo più piccolo che in passato, dall’altro, il facile accesso ai mercati finanziari internazionali sta ampliando gli orizzonti degli investitori, per i quali si aprono nuovi scenari e relative opportunità. L’armonizzazione dei mercati finanziari internazionali e la comparsa di prodotti e soluzioni innovative, permettono agli investitori di investire in Paesi e asset class diversi, attraverso strategie di investimento molteplici.

Ma come bilanciare all’interno di un portafoglio gli asset del proprio Paese con quelli di altre aree geografiche? Meglio esporsi maggiormente al mercato domestico o andare alla ricerca di opportunità anche oltreconfine?

Trovare il perfetto equilibrio non è affatto semplice, in particolare quando, per paura o scarsa conoscenza, si è naturalmente portati a investire solo sul mercato domestico (fenomeno comportamentale noto sotto il nome di “home country bias”) ma non si può prescindere da una buona diversificazione, senza la quale nel lungo termine si incorre in rischi eccessivi e in rendimenti minimi.

Da dove deriva l’home country bias?

La finanza comportamentale ha dimostrato come l’home country bias, ossia la tendenza degli investitori ad investire essenzialmente in quel che già conoscono o che è loro familiare, ha origine da diversi fattori, perlopiù legati al contesto e alle esperienze pregresse. Ad esempio, un investitore europeo potrebbe essere condizionato dal susseguirsi di notizie negative sulla scarsa trasparenza dei bilanci, sulle politiche di gestione delle imprese, gli interventi governativi poco efficaci e altre criticità tipiche dei mercati emergenti.

Tuttavia, le evidenze empiriche dimostrano come investire solo sul mercato domestico comporti una maggiore esposizione al rischio e rendimenti inferiori nel lungo termine. Si perdono tutti i benefici derivanti da una diversificazione globale del portafoglio e si va incontro ai rischi derivanti dall’alto livello di correlazione tra diverse asset class di uno stesso mercato.

I benefici di un portafoglio diversificato a livello globale

Con un portafoglio diversificato si riesce ad attenuare la volatilità, ridurre la correlazione tra asset e contenere quindi il livello complessivo di rischiosità dell’investimento. Una buona diversificazione permette di mitigare gli effetti di eventi geopolitici o di legati ai tassi di cambio che possono avere un impatto significativo sugli investimenti.

Inoltre oggigiorno, grazie alla crescita del mercato degli Etf (exchange traded funds), gli investitori possono avere accesso a mercati e ad asset class fino a poco tempo fa tropo costosi, e costruire un portafoglio ben diversificato ad un costo decisamente inferiore rispetto a quello cui si andrebbe incontro in genere con un fondo comune.

Mantenersi entro i confini del mercato domestico, significherebbe invece, esporsi troppo a cicli economici più o meno favorevoli e a potenziali errori di valutazione dannosi. Basti pensare che oggi mentre i mercati azionari e obbligazionari raggiungono massimi storici, quelli dei paesi emergenti presentano prezzi molto più attrattivi rispetto alla controparte dei paesi sviluppati. Le valutazioni da fare sono quindi complesse e rischiose e, per questo, ampliare gli orizzonti dei propri investimenti può aiutare ad ottenere risultati migliori nel lungo termine.

Certo la diversificazione non esclude i normali rischi correlati a qualsiasi tipo di investimento ma in un mondo sempre più interconnesso, si rivela una dei fattori più importanti per un investimento efficiente.

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