Intermonte Advisory, la strategia di investimento sull’azionario italiano

A cura del team di gestione di Intermonte Advisory

Tassi US su, Borsa US su mentre tassi EU giù, Borsa italiana giù L’evidenza degli ultimi anni è che anziché beneficiare di un atteso switch da bond a rendimenti sempre più bassi a azioni con buon rendimento del dividendo il mercato azionario europeo è stato penalizzato dalle prospettive di deflazione, taglio di stime sui finanziari e petroliferi e crescente rischio politico… … il principale timore dei mercati sembra essere legato a un imprevisto aumento della propensione al risparmio rispetto a un auspicato incremento di consumi e investimenti come effetto collaterale del QE che ha portato tassi negativi.

Temi sensibili: banche interest sensitive vs utilities defensive La sottoperformance dei titoli bancari sul mercato americano si è interrotta a metà giugno ed ha coinciso con il bottom delle aspettative di rialzo tassi, che si sono poi progressivamente alzate. Questo movimento è andato a scapito dei settori più difensivi oltre che degli industriali ciclici e oil… …in Europa/Italia invece questo movimento è iniziato in maniera molto più «timida» anche perché le attese sui tassi restano fermamente ancorate al ribasso. E il premio al rischio sul settore rimane molto elevato. Ma per quanto ancora?

È il momento di comprare le banche? Il settore bancario italiano ha messo a segno un rimbalzo del 15% relative circa negli ultimi 10 giorni di agosto. Le valutazioni rimangono poco sopra i minimi del 2012 Per ora sembra essere un movimento «in simpatia» coi financials americani ed europei I fondamentali rimangono difficili, ma il posizionamento negativo del mercato sul settore è estremo Con tutte le cautele del caso pensiamo che nel breve gli elementi positivi possano superare quelli negativi sostenendo il settore.

I nostri driver strategici per il 2016 Il mercato azionario ha sofferto dell’ulteriore peggioramento dello scenario macro, soprattutto per la componente più domestica Dopo questo ulteriore ridimensionamento delle aspettative di crescita, ci aspetteremmo una fase di stabilizzazione legata alla direzione dei tassi. In un contesto che rimane difficile, continuiamo a vedere decisamente più opportunità di performance relative contro l’indice o su base long-short tra singoli titoli rispetto ad una visione direzionale sul mercato.

Importanti eventi macro a settembre A settembre gli eventi macro più rilevanti dovrebbero essere legate al settore oil (meeting informale OPEC dal 26 al 28), oltre al G20 di inizio mese e la decisione sui tassi della FED il 21 settembre, che ci sembra l’evento più rilevante (se non rialza a settembre molto probabilmente rialzerà a dicembre dopo le elezioni presidenziali).

Eventi principali per il mercato italiano A livello macro non sono attesi dati rilevanti (la prossima stima preliminare sul PIL del 3° trimestre sarà pubblicata il 15 novembre). Rilevante invece l’inizio dell’iter di approvazione della legge di stabilità (scadenza 27 settembre per l’invio in parlamento della nota aggiornata del DEF), dal quale si comincerà a capire l’entità della attesa manovra espansiva del governo in deroga ai limiti europei. Il pronunciamento della Consulta sulla legge elettorale è atteso per il 4 ottobre.

Più macro che micro a settembre FED e direzioni dei tassi (e di conseguenza anche delle valute) saranno per noi i driver principali del mese. La definizione degli aumenti di capitale di MPS e Unicredit saranno gli elementi più rilevanti per l’Italia.

Possibile rotazione banche-ciclici nel breve? Per diventare più costruttivi sul settore bancario bisogna scordarsi dei fondamentali di breve, che continuano a vedere la redditività delle banche sotto pressione, e focalizzare sulle variabili macro (tassi in particolare) e regolatorie. Dal lato tassi ci aspettiamo una pausa al trend di forte calo che prosegue da diverso tempo, sulle attese della FED, mentre dal lato regolatorio è più difficile diventare costruttivi ma qualche segnale distensivo lo stiamo vedendo.
Finanziamo questo trade positivo sulle banche con un sottopeso di ciclici, che hanno già molto ben performato, con l’eccezione magari per le società più sensibili al dollaro, oltre che con titoli più difensivi correlati ai tassi (utilities).

Oil in cerca di direzione Il settore oil ci sembra rimanere in un trading range legato all’andamento del prezzo del petrolio nella fascia 43-50 dollari. Di solito il settore beneficia delle attese legate ai meeting OPEC, per poi rimanere puntualmente deluso. Non abbiamo elementi al momento che ci facciano pensare che questa volta potrebbe essere diverso e se arrivassimo a ridosso del meeting di fine mese a ridosso dei 50$ vedremmo più rischio al ribasso che al rialzo.

Continuiamo a preferire il dollaro Nello scenario atteso di stabilizzazione tassi ci aspettiamo un dollaro che rimane forte contro euro e ci posizioniamo di conseguenza nello stock picking, preferendo $ play a parità di esposizione settoriale.

Più M&A che dividend “play” Il tema tassi bassi a lungo continuerà a sostenere l’M&A (che ci giochiamo con qualche mid cap in portafoglio) mentre i dividend play ci sembrano essere un po’ meno attraenti in termini relativi, vista anche la lontananza dalla stagione dei dividendi.

Settembre è un mese statisticamente «difficile» Ci aspetteremmo che gli eventi macro di settembre possano aiutare il mercato azionario, soprattutto in vista di eventi molto rilevanti a ottobre / novembre (elezioni presidenziali USA e referendum Italia). In quest’ottica vediamo una finestra di opportunità per il nostro mercato e ce la giochiamo (contro il dominante consenso negativo…) con i finanziari. È una call più tattica che strategica, ma anche i peggiori mercati qualche volta rimbalzano.

Manteniamo la posizione lunga su  Telecom Italia vs short Enel (+8.5% ad agosto) e manteniamo il long su Snam vs short Terna (+0.6% a agosto).

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