Credit Suisse: “Preferire le valute a rendimento elevato e lo yen”

Di Marcus Hettinger, Head of Foreign Exchange Strategy, Credit Suisse

Con molte probabilità il dollaro resterà debole rispetto all’euro e al franco svizzero per via della compressione dei rendimenti globali e di una Fed che inasprisce i tassi di riferimento lentamente. In questo quadro, riteniamo poi che lo yen si rafforzi ulteriormente e che la sterlina si indebolisca. Infatti è probabile un maggiore allentamento della politica. Poiché la ricerca di rendimento resta un tema per gli investitori, le valute a rendimento elevato dei mercati emergenti (ME), oltre che il dollaro austrialiano, dovrebbero registrare degli afflussi. Assumiamo un atteggiamento complessivamente positivo nei confronti dell’EM FX Index poiché gli indicatori tecnici sono diventati positivi.

La Fed statunitense sta inasprendo la propria politica monetaria solo lentamente, la volatilità resta bassa e gli investitori continuano a ricercare del rendimento. Infatti un maggior numero di banche centrali ha allentato la propria politica (Bank of England). Questo quadro ha determinato una solida performance delle valute a rendimento elevato e correlate alle commodity sui mercati emergenti e nell’ambito del G10. Anche lo yen ha beneficiato poiché i rendimenti globali hanno evidenziato una flessione, raggiungendo i livelli del Giappone. Sebbene le elezioni presidenziali negli Stati Uniti diverranno un driver più importante nei prossimi mesi, prevediamo che il quadro attuale resterà favorevole per yen, dollaro australiano e valute dei ME.

Prevediamo che il dollaro resterà debole nell’ambito dei suoi range contro euro e franco, a fronte di un lento inasprimento della Fed e di un sostegno dai surplus esterni nel caso dell’euro e del franco. Riteniamo altresì che il potenziale al rialzo per il cambio EUR/CHF sia limitato nell’attuale quadro caratterizzato da rendimenti poco elevati. Prevediamo pertanto che proseguirà la solidità del JPY, sospinta anche dal consistente surplus esterno, dallo stimolo fiscale e dalla sottovalutazione valutaria del Giappone. Per il futuro, tra i rischi principali rientrano le riunioni della Bank of Japan, per cui l’incertezza è elevata, e della Fed il 21 settembre 2016. Prevediamo un ulteriore indebolimento della GBP, nonostante la valutazione economica. Infatti i bassi rendimenti nel Regno Unito e il deficit esterno del Paese costituiscono ancora dei problemi.

Siamo positivi sul cambio AUD/USD poiché il carry interessante, il supporto dai prezzi delle commodity e i fattori tecnici positivi costituiscono degli elementi favorevoli. Anche i prezzi del petrolio più elevati dovrebbero rafforzare ulteriormente la corona norvegese, che sta godendo di un ulteriore supporto dalle valutazioni interessanti. Per quanto riguarda il cambio USD/CAD (dollaro canadese), manteniamo un giudizio neutrale. Infatti il minore progresso nel riequilibrio dell’economia e il deficit esterno potrebbero determinare una posizione più conciliante della banca centrale, limitando la solidità del CAD.

La recente solidità delle valute dei ME ha determinato un consistente miglioramento del quadro tecnico. Attualmente prevediamo che la solidità delle valute dei ME continuerà: le valutazioni sono ancora interessanti e il carry elevato di una selezione di valute, come riblo, real e rand, unitamente a una stabilizzazione degli indicatori di crescita, fornisce un sostegno. Mentre le valute dei ME potrebbero registrare una correzione in fasi di ridimensionamento dei rischi (per esempio quando le aspettative sui tassi statunitensi evidenziano un adeguamento), il miglioramento dei saldi con l’estero e la Fed che sta inasprendo la propria politica solo lentamente limitano la vulnerabilità. A livello regionale, mentre abbiamo assunto un atteggiamento neutrale nei confronti delle valute asiatiche, continuiamo a prevedere che evidenzieranno un’underperformance rispetto alle valute di America Latina, Europa, Medio Oriente e Africa per via del carry più basso, del minore sostegno della valutazione e del renmimbi più debole.

 

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