Indonesia, la nuova tigre asiatica?

Di Smriti Shekhar, Portfolio Manager Emerging markets Equity Team, NN Investment Partners

Una forte economia interna e un governo affamato di riforme rendono l’Indonesia un mercato di spicco a livello mondiale. Con i mercati sviluppati che lottano contro la deflazione e la crescita cinese che rallenta per gli investimenti e gli eccessi del passato, l’Indonesia si mette in luce per la sua forte economia supportata da fattori interni.

Se da un lato ci si attende che molte economie sviluppate continuino le loro politiche monetarie espansive, dall’altro l’efficacia di quelle stesse politiche è decisamente opinabile. In questo contesto, è difficile trovare esempi di crescita strutturale e sostenibile. L’Indonesia, con la sua demografia favorevole, forti consumi e investimenti orientati a prospettive di crescita, una robusta disciplina fiscale e un’inflazione che si aggira fra il 3 e il 5%, spicca come mercato attraente.

La demografia indonesiana rappresenta un forte fattore di supporto. Approssimativamente il 67% della popolazione dell’Indonesia ha un’età compresa fra i 15 e i 64 anni. Il PIL pro capite è di soli 3.300 dollari (contro i 7.900 dollari della Cina e i 9.900 della Malesia) e una popolazione giovane e ambiziosa fa prospettare un strada spianata per la crescita. Gli schemi di consumo dell’Indonesia stanno evolvendo: ci sono importanti propositi di urbanizzazione e crescita del mercato dei mutui, che porterebbe a possibilità di crescita di lungo periodo per tante attività industriali. Dopo un periodo di consumi deboli nel settore automobilistico, la spesa per i beni di consumo ciclici nell’ultimo trimestre ha visto un certo risveglio. Considerato che circa il 60% del PIL indonesiano è trainato dai consumi, una facilitazione della vigilanza fiscale e la bassa inflazione dovrebbero portare a una ripresa dei consumi. L’Indonesia, inoltre, gode di una significativa combinazione tra risparmi e rapporti d’investimento elevati, che sono entrambi elementi chiave per la crescita economica. In aggiunta, le meditate politiche di riforma del governo, che includono tagli ai sussidi per carburanti ed elettricità, un condono fiscale per identificare le ricchezze domestiche ed estere non note al fisco e un ampio dispiego di progetti infrastrutturali, possono aiutare a stimolare l’economia.

Il cambio di governo e l’annuncio di queste politiche hanno portato ad alcune variazioni nei rating che valutano il mercato azionario indonesiano nel suo complesso. Tuttavia, vediamo ancora valore nelle potenziali revisioni al rialzo dei rapporti di utile per azione e nelle valutazioni Price/Book Value ragionevoli in diversi settori. Se da un lato la volatilità sarà scontata, dall’altro siamo positivi sul mercato indonesiano. Le banche giocheranno un importante ruolo per la ripresa di consumi e investimenti, sia nelle infrastrutture sia nella domanda repressa di immobili residenziali. Noi preferiamo banche con una crescita stabile e strategie di diversificazione degli asset. La bassa penetrazione del settore automobilistico e la demografia favorevole ci rende ottimisti per questo settore e quindi prenderemo in considerazione i produttori di auto.

Abbiamo identificato una serie di rischi, inclusa la tradizionale alta volatilità della rupia rispetto ai flussi di investimenti di liquidità globale. Questo rende il potenziale rialzo dei tassi americani un rischio. Un altro rischio potenziale sta nella carenza di finanziamenti per il budget per le infrastrutture del paese, considerati i target di entrate fiscali stimate inizialmente. Oltre a questo, c’è il rischio che il recupero dei consumi sia contenuto per via del condono fiscale annunciato per i capitali offshore e di intervento statale. Infine, va considerato l’intervento dello stato per limitare i tassi dei prestiti delle banche alle imprese, che valutiamo come un fattore negativo, dal momento che interferisce con la capacità delle banche di prezzare il rischio in modo efficace.

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