Puntare sul Giappone: l’asset allocation di Bmo

A cura del Team Multi-Asset di BMO Global Asset Management
Dinanzi a tassi di interesse negativi sui depositi e sui titoli di Stato, così come a rendimenti molto bassi su strumenti finanziari del credito in generale, gli investitori si stanno spingendo sempre più verso asset rischiosi. I rendimenti negativi riflettono le deboli prospettive d’inflazione e di crescita a livello globale e i programmi di quantitative easing che, finora, hanno fallito nel sostenere la domanda e gli investimenti come invece sperato. Nonostante un nuovo record messo a segno dall’S&P500, negli Stati Uniti, a fronte di un calo degli utili le valutazioni continuano a crescere.
Uno dei motivi per i quali i mercati azionari potrebbero subire un re-rating al momento è il fatto che i rendimenti obbligazionari continuano a segnare nuovi minimi. Lo yuan si sta nuovamente indebolendo, le aspettative di inflazione sono in calo su scala globale, la Bce, la BoJ e la BoE dovrebbero mettere in campo ulteriori stimoli, mentre la Fed sembra destinata a mantenere un atteggiamento attendista ancora a lungo.
Tutto questo ha spinto circa un terzo dei titoli di Stato di riferimento a offrire rendimenti negativi e la differenza tra rendimenti dei titoli di Stato globali e quelli del mercato azionario ha toccato il livello più alto negli ultimi 60 anni.
Il “modello Fed” ha smesso di funzionare già da parecchio tempo, ma potrebbe anche darsi che il periodo ribassista per l’azionario sia al momento scongiurato dai flussi cedolari relativamente superiori offerti da questa asset class rispetto a quella obbligazionaria, sebbene allo stesso tempo il potenziale di rialzo sia limitato dall’asfittica crescita degli utili sottostanti. Sembra proprio quindi che il mercato azionario si trovi in un lungo trading range, con periodi ricorrenti di volatilità che possono mettere gli investitori di fronte a dei rischi, ma anche di fronte a delle opportunità.
 
ASSET ALLOCATION – LUGLIO 2016
Japan Equities: SOVRAPPESO. I titoli azionari giapponesi potrebbero essere vulnerabili qualora lo yen continuasse a rafforzarsi. A ciò si aggiunge la crescita degli utili che non sta più sorprendendo in positivo. Tuttavia abbiamo fiducia sull’asset class per via della “super maggioranza” conquistata dal primo Ministro Abe nelle elezioni di luglio supportata, secondo lo stesso Abe, da un significativo apprezzamento per le sue politiche economiche. Il Giappone sembra essere tornato alla ribalta dal punto di vista delle sperimentazioni in tema di politica monetaria, con politici e investitori impazienti di vedere dei progressi. Inoltre, c’è l’idea diffusa che il Giappone sarà il primo tra i Paesi sviluppati a unire politiche espansive sia fiscali che monetarie. Movimenti di questo tipo rappresentano un’inversione di tendenza dall’indipendenza delle Banche Centrali, ma ci possiamo attendere che altre regioni seguano lo stesso cammino.
Index-Linked Bonds: SOVRAPPESO. Sui mercati azionari, strumenti simil-obbligazionari stanno scambiando con valutazioni elevate visto che gli investitori cercano porti sicuri e dividendi. L’aspettativa attuale del mercato, secondo la quale gli Stati Uniti non aumenteranno nuovamente i tassi di interesse fino al 2018, sta contribuendo a ridurre i rendimenti a livello globale. La nostra fiducia nei confronti dei titoli di Stato, discende dal fatto che l’inflazione in diversi Paesi resta ancora molto al di sotto dei target delle Banche centrali. Allo stesso tempo però, la deflazione resta una minaccia concreta per l’Eurozona mentre, al contrario, la recente debolezza del dollaro contribuisce a ridurre le pressioni deflazionistiche sull’economia USA
Commodities: NEUTRALE. L’Opec non è riuscita a raggiungere un accordo sul taglio della produzione nel mese di aprile e la domanda statunitense, in recupero, si muove in netto contrasto rispetto al calo della produzione. Nel complesso, l’ottimismo sta crescendo nei confronti di maggiori prezzi del petrolio, ma non è ancora del tutto convincente. Per quanto concerne i prodotti agricoli, un ciclone “El Nino” più forte del previsto potrebbe sostenere i prezzi delle materie prime di origine agricola.
Emerging Market Debt: NEUTRALE. Sul debito degli Emergenti si segnala una parziale ripresa grazie alla stabilizzazione dei prezzi delle commodity e al ciclo industriale. Nel medio termine, la previsione è che l’asset class continui a beneficiare dalla “ricerca di rendimento”, stimolata anche dalla previsione di una Fed attendista sui tassi ancora a lungo.
Global Sovereign Bonds: SOTTOPESO. I rating sul credito e l’outlook sul debito governativo britannico sono stati rivisti al ribasso dalle agenzie di rating in seguito al referendum sulla Brexit. I rendimenti sui titoli di Stato del Regno Unito e dei Paesi core europei hanno raggiunto nuovi record al ribasso nello scorso mese di giugno, con i bond tedeschi che sono sconfinati in territorio negativo. In aggiunta, gli interessi sui titoli di Stato dell’Eurozona potrebbero rimanere agli attuali livelli per i prossimi due anni ed è improbabile che la Fed aumenterà i tassi di interesse prima delle elezioni presidenziali di novembre.

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