Cina, il basso prezzo del petrolio salvaguardia la crescita

Di Simon Fasdal, Head of Fixed Income Trading di Saxo Bank

All’inizio del 2016, i timori legati alle aspettative di un rallentamento della crescita della Cina sono stati la principale causa di instabilità e volatilità dei mercati finanziari. Il continuo declino dei prezzi del petrolio è stato in parte attribuito alla Cina, così come la contrazione della domanda. Leggendo i titoli dei quotidiani europei, l’impressione era che la Cina fosse in caduta libera – ma non è così.

La crescita è senza dubbio più bassa in Cina, ma rispetto all’Europa il Paese sta crescendo, con un incremento del PIL del 6,6% (Q2’16), mentre la media dell’Eurozona sta toccando l’1,5%. Inserita nel contesto della crescita bassa o addirittura negativa di altre economie emergenti – ad esempio, Russia e Brasile – la performance della Cina può essere guardata con occhi diversi.

I bassi prezzi del petrolio – che hanno destato paura per quasi un anno, causando volatilità all’inizio del 2016 e minacciando gli esportatori di materie prime – rappresentano in realtà un beneficio chiave per la Cina. Il fatto che il mondo stia annegando nel petrolio ha distolto l’attenzione da alcuni fattori positivi legati al PIL, ma ricordiamoci che i prezzi bassi hanno consentito all’economia della nazione di risparmiare miliardi di dollari, dal momento che la Cina è uno dei principali importatori di petrolio a livello globale.

Questo è anche uno dei motivi per cui la Cina ha accumulato greggio negli ultimi due anni, portando le scorte strategiche a livelli record. In altre parole, ogni container che può contenere oro nero, è molto probabile che lo contenga!

Dato che stiamo ora entrando in una fase migliore, con indicatori in (lenta) crescita, è opportuno cercare di capire se ci sono altre nuvole all’orizzonte. Non c’è dubbio, come riportato dagli stessi leader cinesi all’apertura del G20, che l’economia mondiale non sia al sicuro e che viviamo in un momento di incertezza. Tuttavia, se ci focalizziamo esclusivamente sulla Cina, notiamo qualche piccolo sviluppo positivo

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