L’asset allocation di Deutsche AM

Di Stefan Kreuzkamp, Chief Investment Officer di Deutsche AM

Sebbene per il 2017 non prevediamo un’accelerazione della ripresa economica, ipotizziamo che i rischi politici aumenteranno, influendo potenzialmente sui mercati dei capitali. Le banche centrali dovrebbero tuttavia continuare a restare in attesa al fine di prevenire gravi turbative.

Questi piani di stimolo a breve termine delle banche centrali presentano tuttavia alcuni inconvenienti. Le distorsioni di prezzo in tutte le asset class sono in aumento; sempre più investitori si avventurano in classi di investimento sempre più rischiose. Uno dei sintomi più caratteristici di questo inconsueto periodo è che tutti i nostri obiettivi di prezzo e idee d’investimento sono direttamente legati alle politiche delle banche centrali.

Preferiamo le obbligazioni periferiche europee nonostante i bassi rendimenti poiché la Banca Centrale Europea (BCE) sta acquistando questi titoli. Preferiamo le obbligazioni investment grade1 europee nonostante i bassi rendimenti poiché la BCE sta acquistando questi titoli. Preferiamo i titoli statunitensi ed europei che distribuiscono dividendi a causa del contesto di bassi tassi d’interesse. Preferiamo i titoli giapponesi poiché l’orientamento della politica monetaria della Bank of Japan è molto accomodante. Preferiamo inoltre obbligazioni high yield, nonostante i loro rischi più elevati, in quanto sono le uniche che pagano una cedola degna di nota.

Continuiamo pertanto a fare affidamento sulle banche centrali, sia che esse siano le uniche responsabili dei bassi tassi d’interesse – i rendimenti dei Treasury statunitensi sono in calo da circa trent’anni – sia che entrino in gioco anche timori sulle riforme strutturali nei paesi industrializzati. In entrambi i casi non cambia il fatto che la nostra asset allocation e le opinioni di mercato sono fondate sull’ipotesi che non assisteremo a un ciclo di irrigidimento dei tassi degno di nota, in senso tradizionale. Tutto ciò ha determinato la situazione del tutto paradossale in cui né gli investitori né i debitori possono permettersi tassi d’interesse più alti.

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