Fed prudente, dollaro in affanno

A cura di Wings Partners Sim

Il dollaro torna a indebolirsi dopo la pubblicazione degli ultimi verbali del comitato di politica monetaria della Fed, in una riunione che aveva sancito il rinvio delle istanze restrittive dopo un dato negativo per il PIL americano e per via delle incognite a livello globale derivanti dagli effetti del Brexit.

Non una sorpresa quindi che i toni emersi nel comunicato non siano molto favorevoli ad un intervento restrittivo, ma quello che sembra prevalere tra i membri del FOMC è un dissenso sulle prospettive. Tra i punti in comune tra la maggior parte dei partecipanti è che il rischio di un rialzo indesiderato dell’inflazione oltre il livello del 2% sia un rischio minimale, anche nel caso di un miglioramento del mercato del lavoro. Nessuna indicazione specifica invece sul timing dell’operazione, se non la necessità di avere maggiori conferme del rialzo dell’indice dei prezzi al consumo in direzione dell’obiettivo.

Il prossimo incontro della Fed si terrà il 20 e 21 settembre e difficilmente ci potrà essere un rialzo dei tassi, nonostante le dichiarazioni di facciata di alcuni membri votanti che lo definiscono un’eventualità ancora concreta. Tuttavia i toni che sembrano emergere dalle Minutes lasciano spazio ad un approccio molto paziente e, a questo punto, è possibile che il rialzo dei tassi venga rimandato a dicembre, condizionatamente ai dati in prossima pubblicazione.

La Yellen potrebbe vedersi costretta a intervenire a fine anno come nel 2015, per salvaguardare la credibilità della Banca Centrale, più che per la necessità effettiva di intervento, confermando poi un approccio cauto per il prossimo anno.

Il cambio dollaro-yen torna è tornato ad affacciarsi sotto quota 100 e l’euro-dollaro sopra l’1,13, favorendo un rimbalzo delle materie prime. La prospettiva di nuove politiche di allentamento monetario spingono le azioni al rialzo, con le maggiori attenzioni sulla Bank of Japan che è attesa a qualche tipo di manovra per indebolire la valuta.

Dal punto di vista dei dati macro questa settimana non riserva indicazioni particolarmente rilevanti, con i movimenti dei mercati dettati principalmente dalla retorica delle Banche Centrali.

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