In attesa della “colomba” della Fed Brainard

Di Filippo Diodovich, market strategist di IG

Alle 19 italiane il membro del FOMC Lael Brainard, una delle più colombe all’interno della commissione operativa, farà un intervento a Chicago sull’andamento dell’economia statunitense. La Brainard ha sempre sostenuto un prolungamento delle strategie monetarie accomodanti per permettere di sostenere la crescita e permettere all’inflazione di tornare verso l’obiettivo del 2%. Un possibile cambiamento nei toni usati dal governor verso un atteggiamento più hawkish aumenterebbe notevolmente le possibilità di un incremento del costo del denaro negli States già dal mese di settembre.

Ricordiamo come alcuni esponenti del FOMC si siano già espressi per agire il prima possibile sui tassi. Venerdì scorso il governatore della FED di Boston Eric Rosengren aveva allarmato sui rischi per l’economia USA di mantenere i tassi d’interesse su livelli bassi per un prolungato periodo di tempo, oggi il governatore della FED di Atlanta Dennis Lockhart (membro non votante) ha affermato che i dati macro portano ad affrontare una discussione seria all’interno della commissione operativa su un rialzo immediato dei tassi. Atteggiamento diverso invece per il governatore della FED di Minneapolis Neel Kashkari (membro non votante) che non valuta così urgente un aumento dei tassi nel brevissimo periodo soprattutto con un’inflazione che si mantiene ben al di sotto del target del 2%.

Le parole della Brainard sono particolarmente importanti per capire da dove pende l’ago della bilancia all’interno del FOMC. Le dichiarazioni della Brainard saranno anche le ultime che saranno rilasciate da un componente del FOMC prima del blackout imposto dalla FED a una settimana dalle decisioni di politica monetaria. Prima della riunione FED avremo solamente i dati macro su vendite al dettaglio, produzione industriale, fiducia dei consumatori e inflazione che potranno dare ulteriori informazioni sulle prossime azioni della FED.

Riteniamo che, nonostante il clamore degli ultimi giorni, lo scenario più probabile sia quello di un rialzo dei tassi di 25 punti base nel meeting di dicembre. Crediamo che i dati macroeconomici non siano ancora abbastanza robusti per sostenere il secondo incremento del costo del denaro negli States. Crediamo che la Yellen abbia intenzione di aspettare almeno dopo le presidenziali di novembre che, visto il testa a testa tra i due candidati, potrebbero portare tensioni sui mercati finanziari.

Valutiamo quindi le possibilità di un rialzo a settembre molto basse (inferiori al 25%) mentre quelle per un incremento a dicembre superiori al 75%.

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