Venerdì nero a Piazza Affari. Pesano i dubbi sulle prossime mosse della Fed

Dai primi scambi di stamane si era già intuito che l’ultima seduta della settinama non sarebbe stata all’insegna dei recuperi. E la certezza la si è poi avuta con la violazione da parte del Fib, il future sull’indice Ftse Mib, del supporto dinamico di medio termine al momento pasante per 16.380 punti. Un movimento tecnico che potrebbe anticipare un’ulteriore scivolone, nelle prossime giornate di contrattazione, per il paniere benchmark di Piazza Affari.

A pesare sugli scambi, in particolare, è l’incertezza sulle prossime mosse della Fed e, più nel dettaglio, su un possibile rialzo dei tassi già a partire dal prossimo settembre, dopo le ultime dichiarazioni di alcuni membri. Una prospettiva che ha innescato un’ondata di correzioni sui titoli del comparto bancario in Italia, già di recente presi di mira.

Se infatti da una lato le Minutes della Federal Reserve hanno confermato la visione dell’ex-Presidente Bernanke, secondo il quale i tassi resteranno bassi a lungo in un contesto economico che è completamente cambiato rispetto al passato, dall’altro il suo predecessore, Alan Greespan si attende un rialzo degli interessi a breve e ad un ritmo più rapido rispetto a quello attuale.
E secondo Greespan sarà difficile mantenere le attuali politiche accomodante ancora a lungo e più si rimanda la stretta monetaria più rapida dovrà essere la serie di azioni successive per correggere l’errore di politica economica.

A questo punto mantenere i tassi vicini allo 0% rappresenta più un rischio che un beneficio, con l’utilizzo dell’ampia liquidità a basso costo che non viene utilizzata più per investimenti di lungo termine volti ad incrementare la produttività USA, ma piuttosto per credito al consumo e buybacks azionari. In questo caso il rischio della formazione di bolle speculative è elevato, mentre per quanto riguarda l’inflazione difficilmente ci sarà un effetto positivo.     Gianluigi Raimondi

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