Biotech, a colloquio con Irene Puttner (Credit Suisse)

Biotech ancora in crisi o grande opportunità di acquisto in questo periodo? Lo abbiamo chiesto a Irene Puttner, gestore del Global Biotech Innovators Equity Fund di Credit Suisse, uno dei migliori fondi biotech in Italia. Il gestore ha oltretutto una grande expertise nel settore biotech, con oltre tre decenni di esperienza nel comparto ma anche un dottorato inScienze Naturali.
Qual è attualmente lo scenario per il biotech?
La maggior parte del calo nel primo semestre può essere attribuita all’avversione al rischio guidata dal sentiment. La retorica politica sul prezzo dei farmaci negli Usa, il voto a favore della Brexit, e fattori di tipo macro come le preoccupazioni riguardo la crescita economica globale e l’attesa per gli eventuali rialzi dei tassi negli Stati Uniti, stavano creando uno scenario di avversione al rischio. Il sentiment era negativo, ma questo non ha cambiato il nostro atteggiamento positivo nei confronti dei fondamentali del settore biotech. Dal nostro punto di vista, questo calo potrebbe resettare le valutazioni. Attività di M&A potrebbero accelerare considerate le valutazioni interessanti e la liquidità da parte dei buyer. Nonostante i fondamentali solidi ci aspettiamo ancora volatilità almeno fin dopo le elezioni americane.
Qual è la strategia del vostro fondo?
Investiamo solo in società innovative, non in produttori di farmaci generici o biosimilari. Abbiamo un approccio di tipo bottom-up in cui analizziamo i progetti in pipeline, la qualità degli studi clinici per prodotti futuri e valutiamo i futuri potenziali di vendita. In altre parole, guardiamo al potenziale di crescita comparato alle valutazioni. Crediamo che prodotti innovativi con un alto beneficio per i pazienti continueranno a essere premiati con prezzi che si manterranno alti anche in un contesto di maggiore attenzione ai costi e continueranno a guidare la crescita delle aziende biotech.
Quali filtri usate per selezionare i titoli?
Utilizziamo un sistema di analisi bottom-up per la selezione dei titoli, i filtri economici non sono di grande importanza. Utilizziamo il medodo DCF – Discounted Cash Flow per valutare le aziende del biotech. Inoltre, per le large cap consideriamo anche i rapporti  p/e, p/cf, p/sale. Per società non profit consideriamo il rapporto price/sales.
Incontrate spesso i manager delle società?
In media incontriamo di persona il management delle società una volta all’anno. Ci serviamo, inoltre, di conference call one-to-one oppure partecipiamo alle conference call in occasione dei risultati trimestrali. È un’attività complementare alla nostra ricerca e alla nostra due diligence scientifica. Io stessa e il mio team abbiamo un background in biochimica e in biologia molecolare quindi la due diligence che facciamo è molto approfondita.
Qual è il turnover del fondo?
Abbiamo un approccio di lungo termine a basato sull’analisi bottom – up, di conseguenza la rotazione è molto bassa. In media rimaniamo investiti sui titoli per alcuni anni, il tasso di rotazione è dell’ordine dell’8% o 9%.
E fate hedging sulla valuta?
La valuta di riferimento del fondo è il dollaro Usa. Sono in atto degli accordi di copertura sulla valuta di riferimento del fondo: le tranche in Euro del fondo è coperta da un team di specialisti nelle valute, che coprono immediatamente gli afflussi sul NAV ( su base mensile).  Max Malandra

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