Per i bond sfumano i benefici dell’allentamento monetario

A cura di Sylvie Golay Markovich, Head of Fixed Income Strategy Credit Suisse
Rimbalzo delle obbligazioni a lunga scadenza, scarso potenziale di rialzo per obbligazioni sovrane e corporate. I rendimenti dei titoli di Stato sono aumentati nelle principali valute all’inizio di settembre, in particolare sulle scadenze lunghe. Le ultime riunioni di politica monetaria della Fed e della Banca del Giappone (BoJ) hanno evidenziato che le banche centrali restano espansive più a lungo in considerazione delle prospettive stagnanti della crescita e della produttività.
Questo si è visto in modo particolarmente evidente nella decisione della Fed di ridimensionare nuovamente le sue proiezioni sul tasso d’intervento e la crescita economica. In Giappone, la decisione della BoJ di includere il cosiddetto «inflation-overshooting commitment» illustra anche che le autorità hanno pochissimi timori di perdere il controllo sull’inflazione. I mercati a reddito fisso hanno nuovamente beneficiato di una politica molto espansiva della banca centrale, che ha prodotto risultati molto positivi per i titoli di Stato a più lunga scadenza.
Ciononostante, non crediamo che il rimbalzo sia sostenibile, nell’ipotesi di una scarsa probabilità di recessione. Ora che la BoJ sta introducendo un «controllo sulla curva dei rendimenti», ossia fissa il livello del tasso sui titoli di Stato decennali giapponesi attorno allo zero, e che la Banca Centrale Europea dovrà probabilmente modificare  la sua strategia nel prossimo anno, prevediamo che i programmi di acquisto di obbligazioni e i tassi d’interesse  negativi in Europa e Giappone abbiano un impatto decrescente sulle obbligazioni a lunga scadenza.
Negli USA, gli investitori esteri alla ricerca di rendimentipiù elevati hanno contribuito a tenere alta la domanda, ma riteniamo che anche questo trend sia destinato a scemare. Privilegiamo quindi un posizionamento neutrale sugli attivi a reddito  fisso. Consigliamo di astenersi dall’aumentare l’esposizione alle obbligazioni corporate non finanziarie, che hanno ricevuto un forte sostegno dagli acquisti delle banche centrali, poiché gli spread correnti non offrono più un margine sufficiente a proteggersi dalla possibile riduzione dei tassi.
Privilegiato il debito finanziario ed emergente. Riteniamo che il debito finanziario ed emergente sia nella migliore posizione per offrire rendimenti elevati da qui a fine anno. Anche se i rischi legali potrebbero continuare a pesare sulle obbligazioni bancarie, soprattutto nel segmento subordinato, riteniamo che eventuali periodi di debolezza potrebbero offrire opportunità di acquisto. Oltre ad avere valutazioni interessanti, i finanziari dovrebbero beneficiare di una potenziale inclinazione della curva, anche se solo per le scadenze molto lunghe. Inoltre, l’attenzione crescente al  ruolo di intermediazione delle banche per generare crescita potrebbe portare ad un allentamento di alcuni regolamenti bancari nel 2017.
Continuiamo a privilegiare le obbligazioni emergenti poiché prevediamo di assistere ad un ulteriore miglioramento del quadro economico e monetario nel 2017. Contemporaneamente, con la crescente probabilità di un aumento dei tassi da parte della Fed a dicembre, la volatilità potrebbe aumentare nel T4.  Consigliamo quindi di puntare ai mercati dei titoli in valute forti che offrono il maggiore potenziale di miglioramento dei fondamentali quali Argentina, Messico, Indonesia e Malaysia (e non più il Sud Africa). Per le obbligazioni in valuta locale, continuiamo a preferire il Brasile per il suo carry elevato e la Colombia per la duration.

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