Il quadro tecnico non è compromesso nonostante Deutsche Bank

A cura di Banca Intermobiliare

In questa fase di pausa da Banche Centrali le problematiche relative a Deutsche Bank hanno preso il sopravvento sui mercati finanziari. La cronica carenza sul fronte patrimoniale del gruppo tedesco e la scarsa visibilità che per definizione caratterizza il bilancio di una investment bank associati alla sanzione ipotizzata dal DOJ americano per la vendita dei prodotti sui subprime ha aperto il fianco ad un vero e proprio attacco speculativo.

A questo punto non è tanto importante stabilire se Deutsche Bank dovrà ricorrere o meno a un aumento di capitale (in ogni caso la ricapitalizzazione resta molto probabile), ma è fondamentale fornire al mercato dei punti di riferimento che consentano di effettuare valutazioni, senza lasciare spazio al proliferare delle ipotesi più catastrofiche. Una dimostrazione in questo senso la si è avuta venerdì scorso nel momento in cui sono circolate indiscrezioni in merito ad un possibile accordo con il DOJ per una sanzione di 5,4 mld, con la conseguente reazione positiva delle Borse: si tratterebbe di un importo comunque elevato e superiore alle aspettative medie di consensus di qualche settimana fa, ma la sola definizione dell’ammontare sarebbe sufficiente al management per predisporre e comunicare al mercato la strategia di rafforzamento patrimoniale (sicuramente non semplice da portare a termine, ma comunque realizzabile alle opportune condizioni).

Fare chiarezza in tempi sufficientemente rapidi è determinante alla luce del ruolo che gioca il rapporto fiduciario nell’ambito del comparto finanziario: il venire meno di quest’ultimo può trasformare una situazione complicata, ma gestibile, in un rischio sistemico. Le difficoltà del settore bancario saranno ancora destinate a pesare sui mercati europei (in questo senso le banche italiane restano la principale fonte di rischio), ma va tenuto presente che le attuali quotazioni scontano già uno scenario estremamente negativo e, pertanto, se venisse messo da parte il rischio sistemico generato da Deutsche Bank vi potrebbe essere nel breve termine lo spazio per un rimbalzo di sollievo.

Come avevamo accennato qualche numero fa il recupero dei mercati potrebbe essere favorito dalla “finestra” di tempo disponibile prima degli importanti appuntamenti che caratterizzeranno la parte finale dell’anno.
Sarà anche importante che i dati macro americani non siano troppo negativi, al fine di consentire alla FED di procedere con il rialzo dei tassi di interesse entro la fine dell’anno ed evitare una definitiva perdita di credibilità: a questo riguardo, è confortante che, dopo il calo di fine estate, gli indicatori anticipatori stiano fornendo dei segnali di leggero miglioramento; da seguire domani il dato relativo all’ISM Non-Manufacturing, mentre sul fronte dei dati consuntivi venerdì avremo gli importanti dati sul mercato del lavoro.

Passata questa “finestra”, le elezioni americane e soprattutto il referendum costituzionale italiano imporranno probabilmente una maggiore cautela nel posizionamento dei portafogli, soprattutto se dovessimo arrivarci con un recupero che renderebbe ancora più asimmetrico il profilo di rischio-rendimento dei mercati.

Intanto, se con la volatilità generata dalla vicenda Deutsche Bank il quadro tecnico degli indici è sicuramente meno costruttivo rispetto ad inizio settembre, da un punto di vista tecnico la possibilità di recupero non è del tutto compromessa, non essendo state violate alcune importante aree di supporto. I livelli da monitorare verso il basso restano 2119 sull’S&P500, l’area 10200-10000 sul DAX e l’area 2930-2900 sull’EUROSTOXX50.

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