Mutui: +28,5% per le erogazioni nel secondo trimestre

a cura di Renato Landoni, Kiron Partners SpA

Le famiglie italiane hanno ricevuto finanziamenti per l’acquisto dell’abitazione per 13.223 milioni di euro nel secondo trimestre 2016. Rispetto allo stesso trimestre del 2015 si registra un aumento delle erogazioni pari a +28,5%, per un controvalore di +2.933 mln di euro. È quanto emerge dai dati riportati nel Bollettino Statistico III-2016 pubblicato da Banca d’Italia nel mese di Ottobre 2016.

Prosegue il trend positivo del mercato del credito: le erogazioni sono in aumento da due anni e per il quinto trimestre consecutivo superano i 10 miliardi di euro. Questo trend è suffragato anche dalle performance positive riscontrate mensilmente, che vedono incrementi importanti a partire dalla metà del 2014, nonostante un rallentamento della crescita a partire dal secondo trimestre di quest’anno.

Guardando ai numeri del primo semestre 2016, riscontriamo che sono stati erogati alle famiglie italiane finanziamenti per l’acquisto della casa per 24.277 mln di euro. Il saldo semestrale, se confrontato con quanto rilevato nel primo semestre 2015, segna un aumento dei volumi pari a +39,6%, per un controvalore di +6.888 mln di euro.

Il secondo trimestre 2016 vede un incremento delle erogazioni in tutte le macroaree, come avviene ormai da più di un anno. La performance migliore spetta alle Isole, dove gli 811 milioni di euro sono il 36,1% in più rispetto a quanto erogato nel secondo trimestre 2015. L’aumento è solo leggermente inferiore (+32,2%) nel Centro Italia, che si piazza al secondo posto anche per il totale erogato con 3,3 miliardi di euro.

Il Nord-Ovest si conferma la macroarea dove si eroga di più, con 4,4 miliardi di euro, pari al 25,1% in più in raffronto all’anno scorso; performance migliore, invece, per il Nord-Est, che eroga poco più di 2,8 miliardi di euro, ossia +27,3% rispetto all’anno scorso. Il Sud fa segnare un aumento del 29,3% su base annua e da Aprile a Giugno eroga 1.842,5 milioni di euro.

Analizzando i primi sei mesi del 2016 si registrano volumi in aumento in tutte le macroaree italiane.

Le Isole erogano 1,5 mld di euro e fanno ancora segnare il miglior andamento, con un incremento quasi del 50%. Con un aumento del 47,5% e volumi pari a 3,5 mld di euro, il Sud Italia ha la seconda miglior performance.

Con 8,1 mld di euro, invece, è il Nord-Ovest l’area dove si eroga di più e i suoi volumi sono aumentati del 36,1%; al secondo posto troviamo il Centro Italia, i cui 6,1 mld di euro sono il 42,8% in più rispetto al primo semestre 2015. Nel Nord-Est i volumi erogati sono pari a 5.124 mln di euro e rappresentano il 34,3% in più rispetto alla prima metà del 2015.

REGIONI

Come avviene da più di un anno, anche nel secondo trimestre 2016 tutte le regioni italiane fanno segnare volumi in aumento. La Sardegna fa segnare +37,8%, subito dietro si posizionano Sicilia e Umbria, regioni in cui le erogazioni sono aumentate del 35%. Permangono sempre differenze geografiche, in quanto sono generalmente le regioni del Nord Italia quelle dove si eroga mediamente di più: la Lombardia si conferma ancora leader, con 2.955,4 mln di euro (+26,5% rispetto al secondo trimestre 2015), seguita da Lazio (1.884,5 mln di euro), Veneto (1.132,1 mln di euro) ed Emilia-Romagna (1.109,1 mln di euro). Piemonte e Toscana si posizionano a cavallo del miliardo di euro erogato.

PROVINCE

Nel secondo trimestre 2016 solo 3 delle 110 province analizzate hanno evidenziato variazioni in diminuzione, comunque contenute, e 2 province raddoppiano i propri volumi. Queste sono Enna e Ragusa, che vedono incrementi rispettivamente del 113,5% e del 94,6%; continua l’ottima performance del Sud Italia, infatti subito dopo troviamo Siracusa (+76%), Brindisi (+62,6%) e Trapani (+58,2%). Tra le principali province emergono sempre Roma e Milano, i cui volumi sono più del doppio rispetto alla terza provincia, Torino. Da segnalare che 3 delle prime 10 province sono lombarde e spiccano particolarmente i dati di Roma, Napoli e Bologna, con aumenti compresi tra +34% e +36% rispetto all’anno scorso.

ASPETTI CONGIUNTURALI

ANDAMENTO DELLE CONSISTENZE

Nel secondo trimestre 2016 si registra uno stock di mutui in essere pari a 299.814 mln di euro, in aumento sia rispetto al trimestre precedente (+0,7%) sia in relazione allo stesso periodo dell’anno scorso (+1,8%).

IMPORTO MEDIO DI MUTUO

Attraverso la base dati interna all’Ufficio Studi del Gruppo Tecnocasa è stata analizzata la tendenza rispetto alla quantificazione media dell’importo di mutuo.

Nel secondo trimestre 2016 Il ticket medio nazionale si è attestato a circa 111.300 €, in leggera diminuzione rispetto a quanto riscontrato nel secondo trimestre 2015. Tutte le macroaree superano la barriera dei 100.000 €: il Centro Italia eroga mediamente di più con 117.300 €, seguito dal Nord-Ovest con 113.700 €, mentre il Sud eroga di meno con 102.400 €.

L’importo medio di mutuo visto a livello regionale continua ad essere per ragioni socio-economiche difforme sul territorio nazionale. Le regioni con il valore più alto sono Lombardia e Toscana, rispettivamente con 120.700 € e 120.400 €, seguite dal Lazio con 119.600, dalla Sicilia con 109.600 € e dal Veneto con 109.300; il valore più basso è stato registrato in Abruzzo, dove l’importo medio è 89.400 €.

Il primo semestre 2016 ha visto il ticket medio pro-capite attestarsi a circa 110.500 €, in leggero aumento rispetto ai 110.200 € della prima parte del 2015. Il Centro Italia eroga mediamente di più, con 116.900 €, seguita dal Nord-Ovest con 111.800 € e dal Nord-Est con 110.700 €; chiudono le Isole con 108.400 € e il Meridione con 101.600 €.

L’importo medio di mutuo continua ad essere per ragioni socio-economiche difforme a livello regionale. Con 122.200 €, è il Lazio ad avere il ticket medio pro-capite più alto, seguito dalla Lombardia con 119.200 € e dalla Toscana con 115.400 €.

I TASSI D’INTERESSE

Le dinamiche economico-finanziarie che stanno influenzando l’area Euro hanno spinto la Banca Centrale Europea a ritoccare più volte al ribasso il tasso di riferimento BCE. Dopo i tagli del 2013, che lo avevano portato a 0,25%, gli interventi sono continuati a breve distanza a Giugno e Settembre 2014, con una riduzione di 0,10 bps in entrambi i casi. Da allora il tasso è rimasto stabile a 0,05%, fino al fresco taglio di Marzo 2016, che lo ha portato alla sua quotazione minima di sempre (0%).

Dai massimi di Luglio 2011 (1,60%), il tasso Euribor (3 mesi) ha iniziato una parabola discendente che lo ha portato rapidamente a quota 0,19% a Dicembre 2012, per attestarsi poco sopra 0,20% per tutto il 2013 e il 2014, salvo andare addirittura sottozero da Maggio 2015. La quotazione di Settembre 2016 è -0,30%.

Dopo aver mantenuto una media intorno al 3,4% nel 2011, l’Eurirs (25 anni) è sceso a Giugno 2012 a quota 2,13% ma, contrariamente all’Euribor, è tornato a crescere fino a 2,75% a Settembre 2013. Da quel momento ha iniziato la fase discendente che lo ha portato a 0,82% ad Aprile 2015 per poi riprendere quota a 1,12% a Febbraio e Marzo 2016, toccare il nuovo minimo ad Agosto 2016 con 0,76% e risalire a 0,81% a Settembre 2016.

Stando alle dinamiche dei tassi di Settembre 2016, abbiamo calcolato l’importo della rata mensile di un mutuo ipotecario del valore di 110.000 euro per una durata di 25 anni, ipotizzando che l’immobile valga 160.000 € e che lo spread medio di mercato si attesti a 1,40% per il tasso fisso e a 1,50% per il tasso variabile. Con un mutuo a tasso fisso sosterremmo una rata di 478 euro, circa 53 euro in più rispetto a quanto dovremmo sostenere se scegliessimo un mutuo a tasso variabile, in quanto la sua rata ammonta a 425 euro.

CONCLUSIONI

Si avvertono i primi segnali di rallentamento della crescita iniziata ormai due anni fa. La Brexit potrebbe influenzare il settore creditizio e finanziario del nostro Paese, che sembrava aver trovato una via d’uscita dopo la crisi iniziata quasi dieci anni fa.

In ogni caso l’offerta continuerà a essere interessante e, con tutte le cautele del caso, le banche erogheranno maggiormente rispetto al passato. I principali indici di riferimento dei tassi sono ancora a livelli molto bassi, riducendo in questo modo il costo dei finanziamenti e creando nuove opportunità per il mercato e le famiglie.

Non da ultimo vanno segnalate le manovre adottate dalla Banca Centrale Europea allo scopo di sostenere i finanziamenti a famiglie e imprese, come testimoniato dal taglio dei tassi di interesse sui depositi e dal proseguimento del Quantitative Easing. Resterà ancora da capire come la BCE e le istituzioni europee si muoveranno dopo l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea.

Inoltre bisogna considerare le prospettive economiche e l’andamento del mercato del lavoro che crescono troppo lentamente, nonché il livello del contenzioso dei mutui condizionato dalla situazione economica del nostro Paese.

Sebbene più morbide rispetto al passato, le politiche di erogazione rimarranno prudenziali per tutto il 2016 e la qualità del portafoglio degli istituti continuerà ad essere un fattore determinante che condizionerà le politiche di erogazione nei prossimi mesi.

Il 2015 si è chiuso con un aumento delle erogazioni rispetto a quanto rilevato nel 2014, anche per effetto della significativa crescita dei finanziamenti di surroga. Il 2016 è iniziato bene e dovrebbe continuare così per tutto l’anno, ma con una riduzione delle erogazioni relative alle surroghe.

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