I limiti della politica monetaria

A cura di Marco J. Aboav, Head of Asset Allocation di Moneyfarm

La politica monetaria ha fatto notizia in ritardo. La Banca d’Inghilterra ha dimezzato I tassi di interesse dello 0.25%, la Banca Centrale Europea ha avviato un programma aggressivo di acquisto di obbligazioni e il mondo è appeso ad un filo nell’attesa che la Federal Reserve alzi i tassi di interesse americani.

La politica monetaria è tutta una questione di gestione del denaro all’interno di un sistema; in sostanza, è la politica macroeconomica prevista dalle banche centrali. Le banche si servono dei tassi di interesse e di altri strumenti per raggiungere obiettivi macroeconomici come l’inflazione, la crescita e la stabilità dei prezzi.

La politica monetaria nel 2016

Le banche centrali hanno capito che la loro politica monetaria non ha più l’impatto che aveva un tempo. In tutto il mondo i tassi d’interesse sono stati vicini allo zero, o addirittura negativi, dopo la crisi finanziaria. Sette o, in alcuni casi, più anni di bassi tassi d’interesse hanno avuto conseguenze inaspettate sull’economia globale.

La politica monetaria sta favorendo comportamenti speculativi, le scelte degli investitori e delle società sono basate sulla prossima mossa della banca centrale e meno sugli andamenti macroeconomici.

Ciò significa che le grandi aziende stanno approfittando dei bassi tassi di interesse; e questo dà loro la possibilità di indebitarsi a basso costo e di utilizzare il debito per il riacquisto delle azioni, dando teoricamente ai dirigenti più di un incentivo a performare bene. Storicamente, il finanziamento a basso costo è stato utilizzato per investire in asset per aumentare le vendite ed i profitti futuri; con il vantaggio di creare nuovi posti di lavoro e fornire una spinta all’economia, piuttosto che riempire le tasche degli azionisti e dirigenti nel breve termine.

L’efficacia della politica monetaria ha raggiunto il limite?

Negli ultimi mesi è emerso che l’efficacia della politica monetaria potrebbe aver raggiunto il suo limite. I bassi tassi di interesse stanno comprimendo sempre di più i margini di profitto delle banche che hanno sempre meno incentivi ad erogare finanziamenti limitando la crescita economica.

L’economia globale è anche, notoriamente, in un periodo in cui il mondo ha bisogno di ridurre il debito, quasi ogni paese ha l’obiettivo di ridurre il suo debito nazionale. Ma un rapporto della scorsa settimana del Fondo Monetario Internazionale ha mostrato che in realtà il livello di indebitamento dell’economia globale è aumentato. Con un debito così a buon mercato non esistono incentivi per ridurre l’indebitamento.

In questa fase del ciclo economico, la politica monetaria dovrebbe facilitare una transizione graduale da una crescita bassa e da un contesto di debito elevato ad una crescita media e ad un contesto di debito basso. La politica monetaria accomodante è stata prolungata per così tanti anni che questo si è dimostrato un obiettivo difficile da perseguire. Alcuni dicono che si sono create delle vere e proprie bolle speculative, ma nessuna crescita reale, e i dati piu’ recenti sull’economia globale in parte confermano questo scenario.

Quale futuro per l’economia globale?

Un’alternativa potrebbe essere lo stimolo fiscale dei governi, ma l’elevato debito pubblico di molti stati rende difficile implementare una politica fiscale espansiva. Gli investitori di tutto il mondo hanno bisogno di sapere come muoversi all’interno dei diversi cicli economici. È ampiamente riconosciuto che l’asset allocation è un fattore chiave per ottenere rendimenti, ed è necessario un equilibrio di azioni, obbligazioni e materie prime per ottenere ritorni. Non esiste un asset class che da sola garantisca rendimenti sicuri, e in un mondo di rendimenti decrescenti come quello attuale dovuto alla repressione finanziaria da parte delle banche centrali, in cui i tassi d’interesse sono in continuo calo, la diversificazione è cruciale.

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