Azionario, Regno Unito e Mercati Emergenti vanno a braccetto

A cura di Valentijn van Nieuwenhuijzen Chief Strategist di NN Investment Partners

Una sterlina più debole offre supporto all’azionario britannico Le dichiarazioni degli scorsi giorni di Theresa May hanno contribuito a far crollare la sterlina, tuttavia, una valuta più debole non è qualcosa di necessariamente negativo. Le condizioni finanziarie del Regno Unito sono aiutate dal rapido deprezzamento della sterlina. Si tratta di un fattore cruciale per il mercato azionario locale, visto che questo si compone principalmente di grandi multinazionali che realizzano una buona parte dei propri fatturati all’estero. Quindi, una moneta più debole contribuisce a incrementare la competitività delle imprese del Regno Unito. Questa è una delle ragioni per cui abbiamo una view positiva rispetto all’azionario britannico. Un’altra ragione è il mix di politiche di sostegno che sono state messe in campo, considerato che da un lato la Bank of England sta perseguendo una politica monetaria accomodante e dall’altro ci si aspetta che a ciò si affiancherà una linea di politica fiscale di sostegno. Inoltre, il mercato britannico è sensibile alle performance dei Mercati Emergenti. Questa relazione può essere spiegata dalla presenza, relativamente importante, del settore delle materie prime nell’economia del Regno Unito e dall’esposizione verso l’Asia del settore bancario inglese.

I Mercati Emergenti continueranno a performare bene Insieme al FTSE 100 di Londra, l’azionario del Mercati Emergenti è quello che meglio sta performando quest’anno (in valute locali). L’equity dei Mercati Emergenti continua a beneficiare di una forte ricerca del rendimento. I flussi di investimenti nell’azionario di questi mercati sono stati positivi per la maggior parte dell’anno e probabilmente si manterranno consistenti, aiutati dalle politiche monetarie in atto nei Mercati Sviluppati e dalle conseguenti condizioni finanziarie favorevoli dei Mercati Emergenti. Nonostante un po’ di nervosismo in occasione del meeting di settembre della Federal Reserve, le aspettative riguardo le prossime mosse della Fed non sono cambiate significativamente negli ultimi mesi. Oltretutto, i mercati continuano a credere che la normalizzazione dei tassi d’interesse americani sarà un processo molto lento che interesserà i prossimi anni. Fino a quando queste aspettative non cambieranno di molto e i fondamentali del Mercati Emergenti non si deterioreranno, ci aspettiamo che i flussi verso gli asset dei Mercati Emergenti rimangano positivi. Inoltre, lo slancio dei profitti su questi mercati si è mantenuto stabilmente in crescita ed è virato in positivo per la prima volta in due anni. Nel frattempo, i titoli dei Mercati Emergenti scambiano a prezzi significativamente scontati rispetto all’azionario dei Mercati Sviluppati. Altri fattori di supporto sono i prezzi più alti delle materie prime, sebbene siano comunque inferiori al passato. Inoltre, anche la risalita del petrolio seguita all’accordo (provvisorio) dell’OPEC rappresenta un fattore di supporto.

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