Piazza Affari in cerca di una direzione. I titoli su cui puntare e quelli da evitare

Intervista di Davide Pantaleo (TrendOnline) a Gianluigi Raimondi, analista tecnico e co-fondatore di Finanzaoperativa.com del 14 ottobre 2016

L’indice Ftse Mib è tornato a perdere terreno dopo aver tentato a più riprese di superare l’area dei 16.500/16.600 punti. Cosa si aspetta nel breve a Piazza Affari?

Il movimento che il Ftse Mib ha disegnato ieri sul grafico giornaliero ha portato i corsi alla violazione del supporto dinamico ascendente di breve termine e all’incrocio al ribasso della media mobile a 21 giorni. Il tutto è avvenuto a 16.375 punti e ha portato alla fuoriuscita dell’indice dal canale rialzista di breve termine iniziato il 30 settembre scorso. Con la seduta di ieri c’è stato quindi un segnale negativo per il Ftse Mib che potrebbe scivolare verso i 16.000/15.920 punti, ossia verso il minimo intraday dello scorso 30 settembre.
Mi aspetto un movimento correttivo di breve termine che ci sta tutto e se non sarà confermata la tenuta di area 16.000/15.920 punti, si rischia una discesa a 15.600 punti prima e in seguito fino ai 15.020 punti, minimo dello scorso 27 giugno oltre che dell’anno in corso. Solo il superamento di 16.630 punti, resistenza statica di breve nonchè livello in corrispondenza del quale transita la media mobile a 50 giorni, potrebbe favorire un nuovo credibile rialzo. Quest’ultimo avrebbe un primo obiettivo a 16.965 punti e in seguito a quota 17.120/17.200.
La mia view almeno in ottica di breve è negativa visto quanto accaduto nella giornata di ieri a Piazza Affari.

Nella giornata di ieri anche Unicredit e Intesa Sanpaolo sono tornati a perdere posizioni. Quali indicazioni operative ci può fornire per questi due titoli?

Unicredit ieri è mosso in direzione decisamente opposta rispetto a FinecoBank e la sensazione è che il gruppo stia vendendo sempre più pezzi per cercare di fare cassa, e in questo sembra un po’ il Governo italiano.
Dal punto di vista tecnico il titolo è stato respinto ieri da quota 2,188 euro, dove ha testato la trendline discendente di medio termine. I corsi hanno così incrociato al ribasso a quota 2,12 e in area 2,09 le medie mobili a 50 e a 21 giorni, generando un segnale ribassista. Questo potrebbe spingere Unicredit ad accusare una ulteriore correzione verso 1,92 euro in prima battuta e successivamente in area 1,8/1,74 euro. Solo oltre area 2,18 euro potremmo assistere ad una credibile inversione di tendenza.

Il grafico di Intesa Sanpaolo in questo momento somiglia molto a quello di Unicredit perchè il titolo è stato respinto da una trendline discendente in questo caso di breve termine in area 2 euro, dove nelle ultime sedute ha incrociato al ribasso le medie mobili a 50 e a 21 giorni. Il quadro tecnico è negativo e nelle prossime sessioni potremmo assistere ad un’ulteriore discesa delle quotazioni verso 1,85 euro e in seguito in direzione di area 1,8 euro, sotto cui si sposterà l’attenzione sugli 1,6 euro, con target intermedio a 1,72 euro.
Inversioni credibili si avranno solo con la conferma di un ritorno oltre la soglia dei 2 euro.

UnipolSai ieri è stato colpito da forti vendite, registrando una delle peggiori performance tra le blue chips. Quali strategie ci può suggerire per questo titolo?

Per UnipolSai la situazione sembra essere un po’ meno grave rispetto a quelle delle due banche analizzate poc’anzi. In ottica di breve però il segnale è ribassista perchè il titolo a quota 1,48 euro ha violato il supporto dinamico ascendente di breve termine e la media mobile a 50 giorni. Prossimi target al ribasso li individuo in area 1,4 e a 1,368 euro, corrispondente al minimo del 30 settembre scorso, e ancor più in basso a ridosso dell’area compresa tra 1,3 e 1,25 euro.
Un’inversione credibile per UnipolSai si avrà solo oltre area 1,5 euro, con obiettivi a 1,6 e a 1,7 euro, ma nel breve non credo che il titolo possa beneficiare di un’ascesa.

Ieri FinecoBank ha messo a segno un bel rally dopo il collocamento di un ulteriore 20% da parte di Unicredit. Valuterebbe un acquisto del titolo ora?

FinecoBank ha recuperato ieri la soglia dei 5 euro con un bel balzo in avanti con volumi a dir poco esplosivi rispetto alla media mensile e trimestrale. Il titolo sembra voler uscire dal canale ribassista di lungo termine nel quale è inserito, ma il forte rialzo di ieri a mio avviso non basta. Sono necessarie ulteriori conferme che si avranno solamente con l’incrocio al rialzo a quota 5,25 euro della media mobile a 50 giorni. Oltre questo ostacolo avremo dei target a 5,6 euro prima e a 5,8 euro in seguito, per poi guardare alla cifra tonda dei 6 euro.
Prima di acquistare aspetterei ulteriori conferme, mentre sarebbe negativo l’eventuale ritorno del titolo sotto 4,8 euro, evento che aprirà le porte a nuovi minimi.

StM ha dato vita ad un piccolo rimbalzo dopo la flessione delle due sessioni precedenti. Si può tornare ad acquistare il titolo o è presto per intervenire?

StM graficamente prosegue nell’uptrend iniziato nella prima metà di luglio scorso e nonostante nelle ultime sedute sia stato respinto dalla resistenza in area 7,5 euro, sembra essere in grado di rimbalzare dal supporto dinamico ascendente di breve-medio termine in area 7,05/7,06 euro. StM potrebbe così tornare in prima battuta a saggiare l’ostacolo in area 7,5 euro e successivamente spingersi verso la soglia degli 8 euro. A chi volesse acquistare il titolo suggerisco di fissare uno stop loss sotto la soglia di 7,06 euro.

 

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