Azionario Giappone, barra dritta per cogliere le opportunità

A cura di Archibald Ciganer, gestore del fondo T. Rowe Japanese Equity, T. Rowe Price

A più di tre anni dal lancio delle tre frecce dell’Abenomics – stimoli monetari, stimoli fiscali e riforme strutturali – il Giappone si trova ancora di fronte a un bivio economico. Nonostante l’ammontare e la portata senza precedenti delle politiche monetarie, l’impatto è stato incostante. Il profilo di crescita del Paese rimane debole, l’inflazione sfuggente e la crescita salariale, cruciale per riavviare i consumi, deve ancora accelerare. Quindi il dilemma è capire se il Giappone si trova all’inizio di un periodo di cambiamento prolungato oppure alla fine di una fase temporanea di sollievo.

L’andamento dello yen è uno degli elementi che hanno chiaramente cambiato direzione. Il forte apprezzamento dello scorso anno è stato una sorpresa, specialmente per la sua magnitudo. Anche l’azione diretta della Bank of Japan sui tassi, portati in territorio negativo, ha fallito nel limitare questo movimento. I driver della forza della divisa nipponica risiedono nella percezione dello yen come “porto sicuro” in tempi di volatilità e nell’abbandono delle posizioni di copertura in yen, corrisposto alla fuga di capitali dal mercato azionario. L’andamento dello yen è importante soprattutto perché i rendimenti del mercato azionario giapponese sono diventati sempre più inversamente correlati all’andamento della moneta. La volatilità dello yen ha creato un’ampia dispersione dei rendimenti azionari. Questo contesto offre senza dubbio delle opportunità e, a nostro avviso, necessita di un approccio attivo focalizzato sull’andare oltre la volatilità per trovare aziende durevoli, ingiustamente penalizzate durante i periodi di sentiment debole.

La Bank of Japan ha risposto ai crescenti timori per la crescita, sia a livello interno che globale, con un’espansione degli accomodamenti monetari, introducendo i tassi negativi e acquistando ETF per sostenere l’azionario. Lo yen, però, ha continuato ad apprezzarsi e il sentiment a deteriorarsi. Anzi, i tassi negativi hanno alimentato i timori sulla profittabilità delle banche giapponesi. Questa situazione ha però ricordato alle autorità di avere a disposizione altre “frecce” oltre a quella della politica monetaria. Il Giappone è la prima grande economia ad aver adottato un approccio duplice, che include un pacchetto di stimoli fiscali volto a dare una spinta all’economia nazionale.

Sono anche circolate voci sull’intenzione di ricorrere all’helicopter money. Sarebbe una misura estrema, ma le voci comunque confermano la determinazione delle autorità a ripristinare la crescita economica. Questo impegno è stato confermato anche nel corso del meeting di settembre della BoJ, durante il quale è stato fissato un nuovo target di mantenimento del rendimento dei bond governativi decennali allo 0%, per supportare la profittabilità di banche, compagnie assicurative e fondi pensione, nella speranza che il miglioramento del settore finanziario si propaghi poi all’economia più in generale.

Anche se la natura ciclica del mercato azionario giapponese implica livelli di volatilità più elevati di quelli di altri mercati sviluppati, le politiche di governo hanno segnalato in modo chiaro l’impegno a difesa dell’economia e ciò dovrebbe andare a sostegno dell’equity nipponico. Il nostro outlook globale di crescita moderata, ma stabile, rappresenta uno scenario che dovrebbe dare all’azionario del Giappone l’opportunità per lo meno di arrestare le recenti debolezze registrate rispetto ad altri mercati azionari. A nostro avviso, attualmente le valutazioni sono su livelli che rappresentano degli entry point attraenti per gli investitori, specialmente per coloro che sono ottimisti nei confronti dell’economia globale.

Va inoltre sottolineato che, Abenomics a parte, la ripresa dei profitti societari ha agito da vero carburante per il rally dell’azionario del Giappone dal 2012. Questo slancio sta scemando e la sottoperformance dell’azionario giapponese nel 2016 è da attribuire proprio a questo rallentamento. Sono però emersi due trend: primo, l’aumento della dispersione dei rendimenti azionari e, secondo, la maggiore attenzione verso i rendimenti degli azionisti.

Nel complesso, lo scenario attuale risulta attraente per gli investitori pazienti in grado di trovare business durevoli capaci di resistere alle turbolenze dell’economia globale e imprese esposte alle aree migliori dell’economia domestica. Alla luce degli attraenti livelli delle valutazioni, e delle molteplici aree di crescita e di miglioramento ancora presenti, manteniamo una view costruttiva nei confronti del Giappone.

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