L’Automotive nel 2016

Euler Hermes, società del gruppo Allianz e leader mondiale dell’assicurazione crediti, presenta i dati di uno studio condotto sulla componentistica dell’automotive, a livello globale ma con un focus specifico sul ruolo dell’Italia, che si conferma Paese leader in Europa per tecnologia, in questo segmento.
La componentistica auto: eccellenza del made in Italy. Nei componenti l’Italia possiede la leadership tecnologica a livello europeo. I volumi sono in costante crescita dal 2014 per un comparto che vale oltre 40 miliardi di euro ed esporta metà della produzione. La buona performance della componentistica si deve agli investimenti che negli ultimi anni le aziende italiane hanno saputo effettuare in tecnologia e qualità dei materiali. Nel comparto  automotive operano circa 163 mila aziende, di cui il 97% fa riferimento al settore Automotive Suppliers e il restante 3% opera nelle attività di Manufacturing. Euler Hermes attraverso interviste dirette, ha analizzato le aziende che operano in particolare nello stampaggio di materie plastiche e di lamiere per la produzione di componentistica in plastica, scocche, paraurti, traverse, portiere, cofani, cerchioni e produzione degli interni e sedili. Oggi il produttore di componenti non è più un mero subfornitore di “pezzi” con i quali la casa automobilistica assembla l’auto, ma un vero e proprio partner progettuale.
Sono inoltre sempre più frequenti forme di joint venture tra costruttori e aziende della componentistica. La positività del trend dell’intero comparto si evidenzia attraverso un’interessante crescita del fatturato, atteso un +4% nel 2016 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il driver di questa crescita non è rappresentato soltanto dal positivo andamento di FCA (Fiat Chrisler Automobiles), ma anche dalla maggiore penetrazione dei produttori italiani presso le “Case automobilistiche internazionali” quali Volkswagen, Daimler, PSA, Renault, BMW e Ford. Il dato è ancor più significativo alla luce di una ripresa economica fiacca e delle generali turbolenze di mercato a livello europeo, come ad esempio il caso Brexit.
La capacità dei produttori di “cavalcare” il trend è anche favorita dal supporto del sistema bancario che ha concesso linee di credito adeguate sia a supporto del circolante che degli investimenti (con operazioni a medio termine, generalmente a 5 anni). Inoltre, i regolari termini d’incasso dalle Case automobilistiche hanno consentito agli operatori del settore di avere costantemente buoni margini di utilizzo delle linee di credito a disposizione impattando quindi positivamente sugli oneri finanziari.
In Italia le immatricolazioni toccheranno quota 2 milioni nel 2017. Nei primi sette mesi del 2016, i volumi di produzione superano le 437.000 autovetture, pari all’8% in più rispetto allo stesso periodo del 2015, che già risultava in crescita del 64% su gennaio-luglio 2014. Dopo 17 mesi di crescita a due cifre le immatricolazioni hanno rallentato a luglio (+2%) per poi riaccelerare ad agosto. La domanda interna è cresciuta nei primi otto mesi dell’anno di oltre il 17% rispetto a un anno fa, per un totale di oltre 1,2 milioni di nuove immatricolazioni. Possibile, quindi, il traguardo di 1,8 milioni di nuove immatricolazioni a fine 2016 e di circa 2 milioni nel 2017 dopo gli oltre 1,5 milioni del 2015, anche se si è ancora lontani dai livelli pre-crisi (2.4 milioni di immatricolazioni nel 2007).
Nel 2016 il mercato automobilistico globale mostrerà una lieve crescita della produzione pari al 2% ed avrà trend divaricati tra i paesi delle differenti aree geografiche. La produzione continuerà a rallentare anche nel 2017 con un tasso di crescita all’1%. Europa, Cina e Stati Uniti sono in forte crescita, stallo dell’India e anche del Giappone, caduta rovinosa di Russia e Brasile. Il mercato europeo crescerà del 5,5% nel 2016 a circa 15 milioni di unità (94 milioni le unità attese nel mondo) e tutti i Paesi saranno in “zona positiva”. Nel 2017, i motori spagnoli e inglesi sperimenteranno qualche battuta a vuoto, costringendo le vendite a ristagnare in Europa. Si tratta del primo effetto Brexit sul settore automobilistico (-9% atteso per il Regno Unito nel 2017) mentre la Spagna dovrebbe affrontare la fine degli incentivi alla rottamazione in vigore dal 2012. Il mercato francese ha acquistato slancio con la produzione automobilistica che nel 2016 ha registrato una crescita del 10% a 1,65 milioni di unità.
Il valore degli scambi del settore automobilistico francese con il Regno Unito è di circa 4 miliardi di euro, pari a circa il 10% del commercio totale. Il mercato tedesco registrerà quest’anno una crescita del 5% delle immatricolazioni a 3,35 milioni di unità. La Germania è ancora di gran lunga il principale produttore automobilistico europeo, con un volume di 5,8 milioni di unità esportate per oltre l’80%. Il Regno Unito è il secondo mercato di sbocco, dopo gli Stati Uniti, con 29 miliardi di euro esportati, sui complessivi 220 milioni.

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