Settimana di dati macro da Cina e Usa

A cura di Giuseppe Sersale, strategist Anthilia Sgr
Apertura di settimana interlocutoria. La Yellen si aggiunge al coro che chiede tassi a lunga più alti.
Altra seduta interlocutoria, quella di ieri, in attesa dei numerosi eventi in arrivo questa settimana: si inizia oggi con gli aggregati monetari cinesi (la cui pubblicazione è stata posticipata, per la gioia dei complottisti) e il CPI di settembre in US, particolarmente scrutinato dopo le affermazioni della Yellen venerdi. Si prosegue con un altra serie di dati cinesi mercoledi seguita dall’ultimo dibattito delle presidenziali US tra la Clinton e Trump. Giovedi abbiamo il meeting ECB, mentre sul fronte FED abbiamo un calendario bello pieno, con Fischer oggi, Williams e Kaplan mercoledi, Dudley giovedi e Tarullo e Williams ancora venerdi.Con questa carne al fuoco, la seduta odierna ha stentato a decollare, coi principali mercati a mostrare un trading erratico ed un attività sotto la media.
La seduta asiatica ha risentito del mood opaco con cui si è chiusa la seduta a Wall Street venerdi sera, con l’S&P che ha pressochè azzerato la performance nel finale. A infastidire la parte emegente dell’area anche la salita dei tassi treasury seguita alle dichiarazioni della Yellen circa l’opportunità di far “surriscaldare” un po’ l’economia US, allo scopo di aumentare la partecipazione al mercato del lavoro.
L’ipotesi, che implicherebbe di rinviare la normalizzazione permettendo all’inflazione di superare il target, sembra inserirsi bene nel recente dibattito circa la necessità di curve dei tassi più ripide, inaugurato dalla Boj e sfiorato dall’ECB con le indiscrezioni circa il tapering. Il leitmotif dello steepening sta supportando i finanziari in giro per il globo, ma a discapito di settori “bond like” come utilities, telecom e immobiliare, che i tassi eccezionalmente bassi avevano favorito. Difficile valutare l’effetto sull’azionario nel suo complesso, senza sapere in che misura il rialzo dei rendimenti verrà coperto dalla salita delle aspettative di inflazione, e quanto da un aumento dei tassi reali, che renderebbe le condizioni monetarie più restrittive.
Tornando all’Asia, generalmente pesanti i mercati cinesi, i cui umori sono stati guastati dal citato rinvio, da un ulteriore discesa dello Yuan verso nuovo minimi e dal settore delle case da gioco dopo che i dipendenti di un Casino di proprietà della Crown Resorts Ltd sono stati fermati dalle autorità cinesi. Moderatamente positiva Tokyo, che guarda con favore alla forza del $.
Clima ugualmente incerto all’apertura europea, anche se grazie alla Yellen il Continente si è svegliato con l’€ sotto 1.10 vs $, e il settore bancario europeo ha potuto beneficiare dell’aumento dei tassi sulla curva, e del newsflow sulle banche italiane:
** Fusione PMI- Banco Popolare approvata dall’assemblea, coi titoli interessati vittima del classico “sell the fact” ma il resto del settore in fermento
** Indiscrezioni circa ulteriori cessioni per Unicredit
** Indiscrezioni che il Ceo di Montepaschi Morelli starebbe riesaminando il piano Passera, in realtà assai simile a quello “ufficiale”, ma col possibile vantaggio che l’Ex AD di Intesa avrebbe degli investitori al suo fianco
Nel pomeriggio di ieri, complice un NY Empire Manufacturing di ottobre debole e una produzione industriale US di settembre scialba, i bonds hanno recuperato, il che ha sottratto qualcosa al settore bancario. Cosi, l’Europa, penalizzata anche da una Wall Street svogliata, ha chiuso non troppo distante dai minimi di seduta. Notevole eccezione la borsa italiana, che ha capitalizzato la forza del proprio settore bancario (+1.26%). Ma lo spread del BTP si è mosso in direzione opposta, presumibilmente risentendo dell’andamento non proprio esaltante dei sondaggi sul referendum costituzionale.
Ieri sera fa Fischer ha dichiarato che i target FED sono pressochè raggiunti, che i tassi bassi sono una minaccia per la stabilità, e che non gli sembra appropriato di modificare il target di inflazione. Niente surriscaldamento quindi per lui. Ma il mercato per ora non reagisce.

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