Focus sulle banche italiane nel medio termine, ma resta il tema volatilità

A cura di Gilles Guibout, Head del Team di Investimento Equity Europa, Framlington Equities
A settembre il focus è stato sulla Federal ReserveLa banca centrale americana ha deciso di non alzare i tassi, ma soprattutto sono emerse divergenze tra i membri del comitato della Fed a indicare che il rialzo verrà fatto probabilmente entro l’anno. Si tratterebbe di una svolta importante perchè da due anni i mercati sono condizionati dalla politica monetaria.
Il messaggio è che la stretta continuerà e i tassi USA non andranno più giù, anche perchè le politiche monetarie delle banche centrali hanno cominciato a mostrare i loro limiti. Cosa significa questo per il mercato azionario?  Da due anni ormai le valutazioni di alcune società sono state fortemente sostenute dai dividendi e un rialzo dei tassi USA potrebbe sgonfiarle.
Al contrario, per il comparto finanziario che invece ha sofferto il ribasso, una stretta sul costo del denaro potrebbe portar via un elemento che ha pesato sul business.
Abbiamo mantenuto il sovrappeso sulle banche italiane perchè puntiamo sul fatto che ci sarà un rialzo della profittabilità che porterà – nel medio termine – a un rialzo delle valutazioni. A breve termine si tratta di una posizione volatile, ma noi investiamo sul lungo termine. Del resto il settore bancario, per il ruolo centrale che ha nelle nostre economie, non ha scelta se non quella di procedere a una ristrutturazione per coprire il costo del capitale. La nostra esposizione al settore è fatta concentrandoci sulle società che riteniamo più solide, come Intesa, BPM e Finecobank.
Ma siamo ben coscienti che, nel breve, il tema resta la volatilità. Sul fronte dei movimenti in portafoglio, abbiamo reintrodotto Snam Rete Gas dopo il ribasso che ha portato il titolo ad un livello che possa offrire un potenziale di rialzo sufficiente.

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