Come sfruttare l’inflazione

A cura di Francesco Lavecchia, Morningstar
Come giocare d’anticipo sulla Fed? Investendo sui settori legati al ciclo economico. L’innalzamento dei tassi d’interesse da parte della Banca centrale statunitense in occasione della riunione di fine anno sembra essere più di una possibilità. Gli analisti ipotizzano che questa mossa potrebbe essere innescata da una risalita del costo della vita che, in sostanza, significa anche una crescita dei ricavi aziendali in quei comparti più sensibili alla congiuntura come materie prime, beni di consumo ciclici e finanza.
Il bilancio in Borsa di questi segmenti è fino ad ora positivo, come testimoniato dai rendimenti YTD degli indici Morningstar (rispettivamente +11,94, +2,37% e +3,02%, al 21 ottobre 2016 in USD), ma i titoli delle società del consumer e dei servizi finanziari hanno sottoperformato il mercato statunitense (che ha guadagnato il 6,71%) e le loro valutazioni restano ancora a sconto rispetto al fair value. La crescita dell’inflazione negli Usa permetterebbe alle società di alzare i prezzi dei prodotti con dirette ripercussioni su fatturato e margini di profitto. Discorso diverso, invece, per le azioni legate alle commodity, il cui trend è stato favorito dalla risalita del prezzo delle materie prime e il cui rapporto Prezzo/Fair value (P/FV) medio è pari a 1,20.
Occasioni tra i consumer
Nel comparto beni di consumo ciclici, Walt Disney e Tiffany presentano i migliori rapporti P/FV. La prima, leader nel settore dell’entertainment grazie alle sue case di produzione cinematografa (Pixar, Marvel e Lucasfilm, oltre a quella omonima) e ai canali tematici ESPN e Disney Channel riesce a battere la concorrenza facendo leva sul valore dei suoi prodotti televisivi e cinematografici. “Il punto di forza del gruppo statunitense è rappresentato proprio dal suo posizionamento nel business della TV via cavo. ESPN è il canale numero uno nello sport negli Usa e questo gli permette di alzare sistematicamente il prezzo dei canoni di abbonamento. Tali introiti vengono utilizzati per assicurarsi i diritti per la trasmissione di nuovi eventi sportivi e questo dunque alimenta un circolo virtuoso che rafforza la posizione di vantaggio di Walt Disney nei confronti dei competitor”, dice Neil Macker analista azionario di Morningstar.
“Il mercato sconta il forte potenziale di crescita del titolo, che al momento è scambiato a un tasso di sconto del 30% rispetto al fair value che è pari a 134 dollari (report pubblicato in data otto settembre 2016). Il gruppo beneficerà della ripresa del segmento parchi tematici anche grazie all’apertura di Disney Shanghai e stimiamo per i prossimi cinque anni un progresso medio dei ricavi del 5% circa e un allargamento di oltre 200 punti basi del margine operativo, che dovrebbe toccare quota 27% nel 2020”.
Nel caso di Tiffany, invece, i listini non sembrano scontare nelle loro valutazioni le ripercussioni che lo squilibrio tra domanda e offerta di diamanti avrà sul prezzo della materia prima. Questa dinamica favorirà soprattutto i grandi nomi, che possono vantare un forte potere contrattuale nei confronti dei fornitori e che sono in grado di trasferire sui prezzi di vendita il maggior costo della materia prima. “Quest’anno il fatturato risentirà del negativo andamento dei tassi di cambio e del calo delle vendite in Cina, ma le nostre previsioni per i prossimi dieci anni indicano un progresso medio dei ricavi del 7%”, dice Philip Gorham.
“Il Dragone resta il principale driver di crescita di lungo periodo. Nel paese asiatico le vendite di diamanti sono salite in maniera significativa negli ultimi 10 anni e i favorevoli trend demografici, come l’aumento della popolazione e l’espansione della classe media, promettono di trainare le vendite anche in futuro. Discorso analogo va fatto per l’India, che al momento è il quarto consumatore al mondo di pietre preziose”.
BNY Mellon brilla tra i finanziari
L’aumento del costo del denaro avrà ripercussioni positive sulle aziende del settore finanziario, le quali vedranno salire il proprio margine di interesse. Al momento BNY Mellon è il titolo del comparto che riesce a combinare una forte posizione di vantaggio competitivo con una valutazione di mercato tra le più convenienti.
“Il gruppo statunitense è leader nei servizi a favore della clientela istituzionale (come ad esempio quelli di banca depositaria e di gestione della liquidità). Questo le permette di realizzare elevate economie di scala e quindi di guadagnare margini di profitto più elevati rispetto ai competitor”, dice Greggory Warren. “La nostra stima del fair value, pari a 49 dollari (report pubblicato in data 20 ottobre) incorpora le aspettative per una crescita del fatturato del 5,4%, che tiene conto non solo del miglioramento del margine di interesse ma anche dell’aumento dei flussi di capitali gestiti dal segmento di asset management, e un allargamento del margine operativo dall’attuale 28% al 33% nel 2020.”

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