Dalla riduzione dei “Neet” potenziale slancio economico globale di 1.100 miliardi per l’Italia

Svizzera, Germania ed Austria si confermano al vertice della classifica dello studio Young Workers Index di PwC, che dal 2006 analizza il livello di occupazione, scolarizzazione e formazione professionale dei giovani di 15-24 anni nei paesi OCSE, ed il collegato potenziale economico. In particolare i tre paesi al vertice – Svizzera, Germania ad Austria – hanno saputo mantenere bassi livelli di disoccupazione giovanile dopo la recessione globale, un risultato dei sistemi educativi che promuovono formazione professionale ed apprendistato, ed hanno consentito di minimizzare la componente di giovani rimasta esclusa dal mercato del lavoro.
Se i paesi OCSE riuscissero a raggiungere un numero di giovani non occupati, scolarizzati o in formazione professionale (NEET) nella fascia d’età 20-24 anni ai livelli oggi presentati dalla Germania, il potenziale slancio economico sarebbe pari allo 0,1% del PIL per l’Olanda, il 2-3% per USA, UK e Francia sino al maggiore potenziale per Italia, Turchia, Spagna e Grecia pari al 7-9% del PIL.
Complessivamente, l’incremento potenziale del PIL globale sarebbe nell’ordine di $1.100 miliardi.
Francesco Ferrara, Partner di PwC commenta: “Nel nostro studio abbiamo identificato tre leve chiave che caratterizzano il mercato del lavoro nei paesi con le migliori performance. Innanzitutto, un sistema educativo duale come quello tedesco, che combina educazione scolastica e formazione professionale così da offrire molteplici opzioni per i giovani nella loro transizione al mondo del lavoro. Secondariamente anche un differente approccio da parte delle aziende rispetto all’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro, con iniziative come brevi esperienze professionali, mentoring e consulenza mirata a supporto dell’engagement dei giovani e della loro preparazione. Infine, anche l’attenzione all’inclusione sociale attraverso forme di recruiting innovative è importante per mitigare le barriere che più ostacolano l’ingresso nel mondo del lavoro di giovani provenienti dai contesti socio-economici meno avvantaggiati”.
“I più giovani rappresentano un potenziale enorme per le aziende, che dovrebbero adattare le proprie organizzazioni e modelli al fine di attrarre e trattenere i talenti, a vantaggio di produttività ed innovazione. In particolare, uno strumento fondamentale per l’engagement dei giovani è offrire loro spazi, soluzioni e strumenti il più possibile rispondenti al contesto in cui sono cresciuti, incentrato su innovazione, tecnologia, massima condivisione di esperienze e di risultati. In tale direzione si inserisce l’Experience Centre che abbiamo appena avviato a Roma, uno spazio di co-progettazione di soluzioni con l’apporto delle più avanzate tecnologie, dall’intelligenza artificiale alla robotica, dall’internet of things al virtual reality, sino agli strumenti più innovativi di visualizzazione dei dati. Il centro si compone oggi di 60 professionisti tra cui proprio moltissimi giovani, con l’obiettivo di accogliere e valorizzare il loro apporto ed il punto di vista più innovativo e dirompente” – conclude Ferrara.

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