Bb Biotech, le partecipate crescono al doppio dell’industria

La vittoria di Trump alle presidenziali americane ha ridato forza al comparto biotech. Meno regolamentazione, meno pressione sui prezzi dei farmaci (che al contrario si sarebbe avuta nel caso di una presidenza Clinton) e uno scenario economico più improntato alla crescita. E Bb Biotech appare un ottimo investimento per questo comparto. È un’azione e non un fondo (quindi con trattazione intraday e senza costi commissionali) e inoltre può vantare un track record di oltre 20 anni: dal 1993 al 2016 il rendimento medio annuo è stato del 15,2% circa. E il management conta di mantenere una redditività del 10% per gli azionisti: 5% in dividendo e 5% tramite riacquisto di azioni.
Il settore tratta tuttora a multipli decisamente contenuti e può contare su una crescita dei ricavi costanti: 130 miliardi di ricavi quest’anno, 143 il prossimo e 160 nel 2018. Un binomio interessante in ottica di investimento di medio lungo termine. La strategia di Bb Biotech rimane costante: un portafoglio concentrato compreso tra 20 e 35 titoli in un universo di circa 800 e di 150 dopo i primi screening. Nel complesso 5-8 partecipazioni “core”, focus su mid e large cap con pipeline promettenti e diversificazioni con posizioni piccole: il 24% delle società ha una market cap di oltre 30 miliardi, il 33% tra 5 e 30 mld e il 40% tra 1 e 5 mld. Il tutto con un’ampia esposizione al dollaro (86% circa), visto che gran parte delle società sono quotate negli Usa. Il settore più importante rimane l’oncologia (36% circa del portafoglio), ma il management si sta ora focalizzando anche sulle malattie neurologiche.
Le attese dalle società partecipate prevedono ora, grazie alla pipeline di prodotti in via di approvazione, una crescita media annua dei ricavi, tra il 2015 e il 2020, superiore al 20%, doppia rispetto a quella media dell’industriaMax Malandra

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