Referendum e rischio Italia

a cura di Salman Ahmed, Chief Investment Strategist di Lombard Odier Investment Managers.
I mercati hanno giustamente concentrato la loro attenzione sul prossimo referendum italiano sulle riforme costituzionali, dove il “no” sembra essere in vantaggio, secondo gli ultimi sondaggi. Il referendum è stato descritto come un voto sui risultati dell’attuale governo filo-UE. È possibile che il premier Matteo Renzi si dimetta in caso di vittoria del “no”, anche se, a nostro avviso, la prospettiva di elezioni anticipate rimane bassa. Riteniamo invece più probabile che si formi un governo di coalizione, in attesa di nuove elezioni per fine 2017 o inizio 2018.
Il fattore da monitorare, oltre al referendum, è la riforma della legge elettorale (supportata dalla maggior parte dei partiti politici), che dovrebbe modificare l’attuale sistema maggioritario per passare a un sistema proporzionale. Se questa misura dovesse passare, la probabilità che in Italia salga al potere un governo populista diminuisce drasticamente, nonostante la forte crescita del Movimento Cinque Stelle negli ultimi sondaggi. Ultimo, ma non meno importante, l’articolo 75 della Costituzione italiana che esclude eventuali referendum sui trattati internazionali e richiede invece una maggioranza dei due terzi del Parlamento l’approvazione di misure in merito. Questo riduce ulteriormente il rischio di un’uscita dell’Italia considerando uno scenario ancora a sostegno dell’UE nel Paese.

 

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