Usa, disoccupazione sui minimi del 2007 ma deludono i salari

A cura di Filippo Diodovich, market strategist di IG

L’Us Bureau of Labor Statistics (BLS) ha annunciato che, nel mese di novembre, sono stati creati, nei settori non agricoli, 178 mila nuovi posti di lavoro, dato lievemente inferiore alle aspettative del consensus (+180k). Il tasso di disoccupazione è sceso al 4,6% dal 4,9% (nuovi minimi dal 2007). Riviste le cifre dei mesi precedenti (-2 mila posti di lavoro rispetto alle stime precedenti). Il dato di settembre è stato rivisto al rialzo a +208k (da +191k), quello di ottobre al ribasso a +142k (da +161k).

Il tasso di disoccupazione giovanile si attesta al 15,2%, disoccupazione donne (4,2%), bianchi (4,2%), afroamericani (8,1%), asiatici (3,0%), ispanici (5,7%). Deludente è stata la (non) crescita dei salari. Su base mensile i salari sono scesi dello 0,1% (consensus +0,2%), su base annuale sono saliti del 2,5% (aspettative +2,8%).

Valutazione Cifre contrastate sul mondo del lavoro. Ha deluso molto la debole crescita dei salari tuttavia compensata dal forte calo del tasso di disoccupazione. Riteniamo che le cifre macro non possano modificare in modo particolarmente significativo le probabilità di un rialzo dei tassi d’interesse da parte della Federal Reserve nel prossimo meeting di dicembre. Ormai il mercato sconta con una probabilità superiore al 90% che la Yellen possa incrementare il costo del denaro di 25 punti base nelle prossime settimane.

L’amministrazione di Obama si conclude con un tasso di disoccupazione ritornato ai livelli pre crisi finanziaria, confermando che la politica monetaria ha avuto un ottimo successo sulla stabilizzazione del mondo del lavoro ma non sul piano della crescita delle attività economiche. Dal 2017 toccherà alle politiche fiscali ultraspansive di Trump il compito di rilanciare la crescita economica.

Dopo il meeting dell’Opec e i dati sul mondo del lavoro americano tutta la comunità finanziaria si concentrerà ora a seguire l’esito del referendum costituzionale italiano. Anche per il cambio euro/dollaro potremmo assistere a importanti variazioni. Ci aspettiamo un forte ribasso del cambio in caso di vittoria dei NO (calo ancora più forte nel caso in cui Hofer vincesse le presidenziali austriache).

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