Ponderando l’inatteso

A cura di Deutsche AM

L’apparente parità dei due candidati presidenziali americani ha già spinto la volatilità dei mercati in alto. Sono possibili ulteriori cali delle azioni se l’incertezza politica oscura i recenti dati positivi sull’economia.

Se i sondaggi elettorali negli Stati Uniti continuano a tendere verso una parità tra i due candidati alla presidenza, è probabile che le azioni continuino ad essere soggette a picchi di volatilità man mano che i mercati riconsidereranno l’ipotesi precedente di una vittoria della Clinton. Se ci sarà un risultato sorprendente, ovvero il risultato inaspettato dell’elezione presidenziale del 1948, la storia suggerisce la possibilità di un calo dei mercati azionari fino al -10% nel corso della settimana successiva. Uno scenario improbabile ma preoccupante è un’elezione “contestata” senza un vincitore chiaro all’indomani dell’elezione. Quando ciò è accaduto nell’anno 2000, l’S&P 500 è calato dell’1,6% il giorno seguente e dell’8% entro la fine dell’anno. La parità dei due partiti nel Congresso potrebbe invece giovare alle azioni nel breve termine dato che manterrebbe lo status quo e limiterebbe la capacità di ciascun partito di attuare cambiamenti radicali.

I recenti dati europei pian piano stanno facendo sperare in una ripresa economica. I dati sulla fiducia sono migliorati, i prezzi immobiliari stanno salendo ed i costi salariali potrebbero salire a seguito di un maggior utilizzo della capacità produttiva. Inoltre, la probabilità di un rialzo dell’inflazione potrebbe rafforzare il recente trend al rialzo dei rendimenti obbligazionari, che sarebbe favorevole per il settore finanziario, il più importante dei settori azionari. Nel frattempo la decisione della Corte Suprema della Gran Bretagna di sottomettere l’attuazione del Brexit al voto del parlamento fa pensare che continueremo a vedere ulteriori colpi di scena in questa storia complessa che si articola sulle spalle della Sterlina.

L’Asia è stata rassicurata dai recenti dati positivi dell’indice dei responsabili agli acquisti cinesi (PMI) ed i mercati cercheranno un riscontro di questo miglioramento nei dati sul commercio estero cinese della settimana prossima. Ma restano dubbi sulla crescita economica della regione e la decisione della Bank of Japan (BoJ) di posticipare il raggiungimento del target dell’inflazione di nuovo mostra che i problemi monetari restano irrisolti. La settimana prossima il protocollo dell’ultima sessione della BoJ ci fornirà qualche indizio in merito.

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