Scenari politici e implicazioni economiche del referendum in Italia

A cura di Stephanie Kelly, economista politico di Standard Life Investments 
Il referendum sulla riforma costituzionale che si è tenuto ieri ha visto la vittoria del “NO” con il 60% dei voti. L’affluenza è stata alta con una percentuale del 70%. Considerato che i mercati avevano già scontato la vittoria del “NO” in anticipo, la reazione immediata dei mercati è stata piuttosto attenuata con l’azionario aggregato quasi invariato e un calo dei bancari.
Scenari Politici. Come promesso il presidente del consiglio Renzi ha fatto un passo indietro a seguito della vittoria del “No”, aumentando l’incertezza sull’agenda politica ed economica dell’Italia. Ora il Presidente della Repubblica ha diverse opzioni davanti a sé. Innanzitutto potrebbe nominare un governo ad interim per risolvere il problema della legge elettorale disgiunta tra Senato e Camera dei deputati. Modificando l’attuale sistema a premio di maggioranza (Italicum), si ridurrebbero le probabilità che il populista Movimento Cinque Stelle ottenga la maggioranza alle prossime elezioni politiche (previste per il 2018). I timori legati alla legittimità democratica di un governo nominato dal Presidente della Repubblica potrebbero portare ad elezioni anticipate nel 2017.
La seconda opzione è quella di indire elezioni anticipate, che a questo punto si terrebbero secondo l’Italicum. Il sistema a premio di maggioranza, combinato con l’attuale popolarità del Movimento Cinque Stelle, rafforzerebbe il rischio di un risultato sfavorevole dal punto di vista dei mercati.
Politica e implicazioni per la crescita. La natura transitoria di un governo ad interim interromperebbe temporaneamente il percorso di riforme economiche intrapreso dall’attuale esecutivo fino alle prossime elezioni. Se però il risultato del referendum inasprirà i timori legati ai rilevanti non performing loan del settore bancario, il governo dovrà agire. In caso di elezioni anticipate emergerebbe una forte incertezza sull’outlook economico dell’Italia, a causa della divergenza di indirizzi politici tra il PD di Renzi, il populista Movimento Cinque Stelle e gli altri grandi partiti. Se uno qualsiasi dei risultati politici sarà seguito da un ampio rialzo dei rendimenti dei bond italiani (e di altri mercati periferici), la BCE ha diverse opzioni per intervenire.
La BCE potrebbe variare il ritmo degli acquisti mensili per aiutare a fornire una misura di protezione iniziale, offrire liquidità al settore finanziario e utilizzare una retorica favorevole. In uno scenario più grave, l’Italia potrebbe richiedere l’assistenza del Meccanismo europeo di stabilità, che darebbe al paese i requisiti per accedere all’OMT (Outright Monetary Transaction) della BCE.
In generale le previsioni di crescita in Italia restano attenuate nel breve termine, con rischi di ribasso legati soprattutto al settore bancario, che potrebbero intensificarsi nel caso di elezioni anticipate. Se non saranno eliminate le lungaggini legislative, riducendo il potere del Senato, le inefficienze rimarranno ma il risultato permetterà continui controlli sul potere del governo. Il rischio di una sorpresa sfavorevole per i mercati alle prossime elezioni dovrebbe diminuire se si riuscirà a negoziare la riforma dell’Italicum; tuttavia, il contesto politico resta frammentato rendendo sempre più difficile da qui in avanti l’attuazione di riforme economiche significative.

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