Le nuove sfide per l’Italia: cautela sui Titoli di Stato

A cura di Hans van Zwol, Senior Portfolio Manager Global Fixed Income; Roel Janssen, Co- Head of Euro Investment Grade Credit; Valentijn van Nieuwenhuijzen, Head of Strategy Multi Asset di NN Investment Partners
Cominciamo dalle buone notizie: il risultato delle elezioni presidenziali in Austria offre un barlume di speranza nella fitta stagione di appuntamenti elettorali europei che si sta avvicinando. Questo dimostra almeno che il risultato delle elezioni (rispetto ai sondaggi) non sempre tende verso il fronte dei populisti. Il referendum italiano, tuttavia, ha sorpreso in questo senso, consegnando un voto per il “No” con un margine molto più ampio rispetto a quanto anticipato, in seguito a una forte partecipazione elettorale.
Il referendum riguardava cambiamenti della costituzione che erano necessarie per snellire la governance del paese, ma è stato da molti interpretato come un voto di fiducia verso il Presidente del Consiglio Matteo Renzi. In questo senso, può essere visto come un altro test del crescente potere del populismo.
Dal momento in cui il Presidente del Consiglio Renzi ha annunciato le proprie dimissioni, poco dopo la pubblicazione dei risultati, il rischio di andare incontro a elezioni anticipate (nella seconda metà del 2017) è aumentato. Tuttavia, considerata l’attuale conformazione del Parlamento, lo scenario base rimane quello di un nuovo Governo con un nuovo Presidente del Consiglio (probabilmente Padoan) che si guadagnerebbe la fiducia del Parlamento.
L’obiettivo di un eventuale nuovo Governo sarebbe quello di far approvare la legge di bilancio del 2017 e cambiare l’Italicum. Inoltre il nuovo esecutivo dovrà trovare una soluzione ai crediti deteriorati nel sistema bancario, probabilmente nel giro di qualche settimana. Senza quest’ultimo fattore, potrebbe verificarsi per i mercati un danno ben più duraturo (dopo i primi giorni di volatilità sui mercati). In uno scenario del genere, potrebbe rafforzarsi un circolo vizioso caratterizzato da una paralisi politica e da uno slancio della crescita, cosa che potrebbe far aumentare ancor di più la popolarità dei movimenti populisti.
Fra le possibilità insite nelle elezioni anticipate, c’è il rischio di una maggioranza del Movimento 5 Stelle alla Camera. Ciò nonostante, il Senato funzionerebbe ancora con le regole attuali. La principale conseguenza di ciò sarebbe una paralisi politica ancora più grande, piuttosto che una vera sfida all’appartenenza dell’Italia all’Euro. La bocciatura delle riforme costituzionali nel referendum italiano e le dimissioni del Presidente del Consiglio Renzi sono state in qualche modo già scontate dai mercati e quindi stanno avendo un impatto negativo modesto sul mercato dei Bond Investment Grade. Essendo la vittoria del “No” chiaramente annunciata dai sondaggi, i movimenti del mercato da qui in avanti dipenderanno da tre sviluppi.
Il primo importante sviluppo è l’impatto sulla politica italiana: elezioni a breve costituirebbero un chiaro fattore negativo, mentre la formazione di un Governo provvisorio manterrebbe lo status quo e aiuterebbe quindi i mercati del credito a stabilizzarsi. Il secondo è l’impatto sul processo di ricapitalizzazione delle banche, dove un fallimento degli sforzi di ricapitalizzazione di Banca Monte dei Paschi di Siena potrebbe portare a un bail-in degli obbligazionisti e, più in generale, a un contagio nei mercati del credito. Mentre una riuscita di questo processo, o uno scenario in cui l’Unione Europea si dicesse disponibile a garantire eccezioni al divieto di aiuto di stato, potrebbero portare a un esito più positivo.
In terzo luogo, la Bce annuncerà la sua prossima misura di politica monetaria giovedì 8 dicembre. Alcuni attori di mercato si aspettano poi che l’istituto di Francoforte ridurrà il suo programma mensile di acquisto asset il prossimo anno. Se la Bce, forse parzialmente in risposta al risultato del referendum in Italia, decidesse di mantenere invariato il suo programma di acquisto e di allentare alcuni vincoli del suo programma per concedersi più margine di manovra al fine di mantenere l’attuale ritmo di acquisti più a lungo, ciò sarebbe un importante driver di mercato e offrirebbe supporto al sentiment durante il resto dell’anno.
In pratica, molto ora dipenderà dagli sviluppi politici del Paese, dal Sistema bancario italiano e dalle mosse della Bce per capire se il referendum finirà col diventare uno dei principali driver di mercato o meno. Più a lungo termine invece ci sono alcune ragioni per cui preoccuparsi dei mercati finanziari. Nuove elezioni potrebbero portare al potere l’euroscettico Movimento 5 Stelle e creare una confusione politica attraverso diversi scenari, come nel caso di un governo provvisorio o di altre soluzioni di breve termine. Ciò probabilmente significherebbe che l’economia italiana continuerà a performare in maniera debole per via di una mancanza di riforme.
Anche se in Italia i premi al rischio sui titoli di stato europei con il miglior rating sembrano attraenti e malgrado l’acquisto di titoli di Stato da parte della Bce offra un cuscinetto, riteniamo che sia necessario trattare i titoli di Stato italiani con cautela fino a quando non ci sarà maggior chiarezza sui prossimi sviluppi politici.

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