Dal Pharma ai Materials: chi guadagna con la presidenza Trump

A cura di Marzotto Sim
Analizzare le posizioni di politica economica del Presidente Eletto Trump, risulta molto più complesso in quanto la campagna elettorale non è stata concentrata su tali temi, quanto sulla denigrazione dell’avversario. Mr. Trump ha sicuramente affrontato vari temi di politica economica, sociale e internazionale, ma lo ha fatto con un piglio populista e senza un approfondimento; lasciando l’impressione nell’ascoltatore di un pensiero in evoluzione, un post-it mentale cui dare eventualmente seguito. Questo atteggiamento gli è stato sicuramente consigliato: durante la campagna per la Nomination del partito Repubblicano le sue dichiarazioni furono analizzate in dettaglio dai media e risultò subito evidente l’incongruenza dei dati citati.
Possiamo cercare di analizzare i pochi spunti a disposizione per tracciare non gli obiettivi, ma semplicemente la direzione, della probabile politica del futuro Presidente Trump.
Una nota, entrambe le camere sono a maggioranza repubblicana e questo dovrebbe implicare una comunione di vedute ed una facilità di implementazione dei nuovi propositi. Bisogna però tenere presente due aspetti: Capitol Hill ha sempre difeso il suo ruolo di legislatore e “controllore” dell’esecutivo e lo ha fatto anche con il solo obiettivo di metterlo in evidenza; inoltre il rapporto tra Mr. Trump ed i Rappresentanti Repubblicani non è stato nei mesi passati molto amichevole, nelle parole e nei fatti. In attesa di scoprire chi ricoprirà le varie posizioni nella sua Amministrazione, cerchiamo i temi che potrebbero risultare centrali nei prossimi mesi.
La politica fiscale sembra diretta verso una riduzione delle tasse per tutti (individui e società); l’analisi sembra confermare che vi sarà un beneficio per tutte le fasce di reddito e probabilmente anche per le società che decideranno di rimpatriare gli utili attualmente detenuti all’estero. Sicuramente positivo per il settore azionario e negativo per il debito pubblico che potrebbe lievitare verso livelli di difficile sostenibilità con forte perdita sui corsi correnti. L’aumento dei rendimenti potrebbe avvantaggiare il settore finanziario, banche ed assicurazioni statunitensi, e compromettere le finanze pubbliche dei paesi emergenti che si finanziano in dollari.
La politica socio-economica coinvolge tre aspetti: il welfare (Obamacare), immigrazione ed ecologia.
Mr. Trump ha detto che vuole revocare l’Obamacare. Non semplice processo in quanto il congresso, che ha sempre cercato di farlo, non ha proposto nessuna alternativa. Mr. Trump è favorevole ad un Sistema dove ogni cittadino ha libertà di scelta per la sua copertura sanitaria ed auspica maggiore competizione tra le assicurazioni. Non vi è al momento nessun riferimento al prezzo dei medicinali. Positivo per il settore farmacologico ed assicurativo, negativo per il settore sanitario.
Mr. Trump ha messo in dubbio la validità del sistema di permessi di lavoro per stranieri, H1-B. Il sistema è utilizzato per assumere lavoratori altamente qualificati ma è stato in molti casi abusato. Le società che più di tutte ne beneficiano sono nel settore tecnologico. Modifiche all’ H1-B potrebbero risultare negative per le società di alta tecnologia e IT.
Mr. Trump ha affermato che non crede nella visione ecologista in materia energetica. La sua politica sembra diretta ad una eliminazione dei sussidi verso la produzione, commercializzazione e consumo di energie alternative in favore di quelle tradizionali, carbone, gas e petrolio. Negativo per le prime e molto positivo per le seconde.
In generale, l’atteggiamento di Mr. Trump è favorevole verso il rinnovamento delle infrastrutture, forse per un approccio legato all’esperienza personale. Se Capitol Hill glielo permetterà, potrebbe spingere per un forte impulso in tal senso con grossi benefici per le società coinvolte, non necessariamente statunitensi. La politica amministrativa sembra orientata verso una maggiore de-regolamentazione. Questo potrebbe favorire il settore finanziario, oggetto negli ultimi anni di un crescente carico normativo.
La politica estera sarà elemento fondamentale per gli sviluppi economici internazionali. Mr. Trump ha espresso il convincimento che gli accordi internazionali in essere vadano rinegoziati (il Presidente non ha il potere di annullare gli accordi internazionali, può solo rinegoziarli).
NATO: la posizione di Mr. Trump è che ogni membro debba “partecipare” maggiormente alla spesa per la difesa. Molto positivo per le società, non necessariamente statunitensi, che si occupano di difesa.
NAFTA: Che l’accordo andasse rivisto è convinzione di tutti. La posizione di Mr. Trump sembra essere la più estrema. Difficile valutarne gli effetti soprattutto su Mexico in quanto il mercato sembra aver scontato già tanto.
Per tutte le altre relazioni internazionali (Russia, Cina, Middle East), non si riesce a definire una strategia. Bisognerà aspettare.

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