Cina, produzione industriale e vendite al dettaglio inferiori alle stime

A cura di Wings Partners Sim

Avvio di settimana caratterizzato dalla pubblicazione dei dati cinesi, che rinforzano i dubbi sulla crescita economica del Paese, con una performance inferiore alle aspettative sia per quanto riguarda la produzione industriale che per le vendite al dettaglio. Sia la “vecchia” economica, che il “nuovo motore” rallentano il tasso di espansione nonostante il forte intervento da parte dello Stato con un aumento della spesa pubblica, creando relativi dubbi sull’effettiva crescita del PIL al di là di quella dei dati ufficiali. In particolare l’output del settore secondario ha riportato un’espansione ad ottobre del 6,1% annuo, a fronte del 6,2% atteso, mentre le vendite al dettaglio evidenziano una crescita del 10%, sotto il 10,7% stimato dagli analisti.

Il decremento dell’attività nell’industria è coerente con l’impegno preso del Governo di agire per ridurre gli eccessi in alcuni settori (tra cui acciaio e carbone), benché tale scarto non sia stato compensato da una maggiore spesa da parte delle famiglie. Negli ultimi anni l’aumento del ricorso all’indebitamento non è stato pareggiato da un aumento dei salari, portando così il fardello del debito ad essere difficilmente sostenibile per molti; i prezzi degli immobili particolarmente alti portano gran parte della popolazione a contrarre mutui che richiedono pagamenti tra il 50% ed il 70% del salario mensile.

In aggiunta gli elevati costi delle spese mediche, che rappresentano il 32% della spesa totale dei privati (contro l’11% degli Stati Uniti), lasciano pochi margini ai consumatori, sportando i debiti non ripagati a salire. Nel frattempo il Presidente cinese Xi Jinping ha contattato il Presidente eletto Donald Trump invitando ad un approccio collaborativo tra i due Paesi, dopo le dichiarazioni dell’americano dure nei confronti del Dragone. E nel primo discorso Trump ha infatti confermato l’intenzione di rivedere gli accordi commerciali con tutta l’area del Pacifico (TPP), oltre a quelli in essere con i vicini Canada e Messico (NAFTA), ribadendo la prossima costruzione di un muro che delimiti il confine meridionale degli Stati Uniti.

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