I finanziari di qualità tornano in auge

A cura di Philip Webster, gestore del fondo BMO European Growth and Income Fund
E dunque, cos’è cambiato a oggi? Dal nostro punto di vista e da quello delle scelte di investimento, non molto. Continuiamo a fare esattamente quello che abbiamo fatto negli ultimi anni. Il mercato, però, ha deciso che le valutazioni, ora, contano di nuovo. Il motivo per cui contano nuovamente proprio ora, è difficile a dirsi, ma la retorica è decisamente cambiata. Il mio pensiero iniziale era che una vittoria di Trump, così come la Brexit, avrebbe portato a un periodo di risk-off con flussi verso titoli relativamente sicuri come quelli considerati bond-proxy, ma mi sbagliavo. La rotazione che era cominciata dai titoli quality a quelli value, come le banche e i titoli ciclici, è proseguita. .
Per fare alcuni esempi riguardo a ciò che sta succedendo ad alcuni titoli quality dopo la pubblicazione dei risultati del terzo trimestre, è sufficiente guardare a Novo Nordisk, che da inizio anno ha perso il 42% e che “non reputa più raggiungibile una crescita del 10% dell’utile operativo previsto lo scorso febbraio”, oppure ABInBev, che da inizio anno cede il 10% e che nell’ultima trimestrale ha dichiarato di “aver sofferto un trimestre debole in Brasile dovuto al contesto sfidante per i consumi”.
Anche Novozymes, che aveva una valutazione che indicava una performance perfetta, da inizio anno ha perso il 26% e scambia a 24 volte il multiplo prezzo/utile. Nella più recente trimestrale, la società ha commentato che “la previsione sulla crescita delle vendite è calata in un range tra lo 0% e l’1%, dal precedente 1-3%”, mentre Lindt ha riportato “una crescita delle vendite a perimetro costante sotto le attese nel terzo trimestre, sebbene resti fiducia nel raggiungimento degli obiettivi annuali”. Il titolo al momento è valutato 26 volte il rapporto prezzo/utile e cede il 20% da inizio anno. Il mercato non ha inoltre recepito bene la seconda modesta revisione al ribasso della crescita delle vendite di Essilor al 3,5% e la riduzione dei margini di 30 punti base: da inizio anno il titolo ha perso il 12%, con una valutazione che rimane sulle 26 volte il multiplo p/e.
Vale anche la pena notare però, che gli scambi sui titoli quality non sono lineari e, inoltre, il sell-off è stato sostenuto da risultati trimestrali contrastanti. Per questo procederei con prudenza nel trattare in maniera indiscriminata tutti i titoli quality: Novo Nordisk ed Essilor, ad esempio, hanno rivisto le previsione al ribasso ma non è stato così per altri.
I titoli finanziari, invece, tornano di moda e non è stato necessario il fattore catalizzante di maggiori tassi di interessi per supportare questo cambiamento nel sentiment di mercato e, quindi, nelle asset allocation. Nell’ultimo trimestre il settore bancario europeo ha guadagnato il 13%, sebbene questo dato nasconda un certo numero di punti oscuri. Ormai è da un certo periodo che vediamo con favore i titoli finanziari di qualità, mentre abbiamo rivisto la nostra opinione su Swedbank per via delle valutazioni.
E adesso cosa ci attende? Il trend evidenziato continuerà? Non è dato saperlo, ma c’è ancora molta strada da fare prima che le valutazioni tornino ad apparire più accettabili, sebbene alcuni titoli come Novo Nordisk abbiano raggiunto un livello coerente più velocemente del previsto. Dal nostro lato, continueremo dunque a seguire questo trend anche grazie al fatto che stiamo riscontrando sempre maggiori possibilità di posizionarsi su società di qualità, a valutazioni migliori, nonostante le possibili revisioni al ribasso che potrebbero ancora arrivare.

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