Analisi del mercato Npl in Italia

“Il 2016 è stato caratterizzato da una situazione di incertezza politica che ha rallentato le transazioni ma, per l’effetto congiunto di numerosi fattori, si è registrata per la prima volta dopo 10 anni una riduzione del totale di Non Performing Exposures (NPE)” commenta Fedele Pascuzzi, Partner di PwC. A giugno 2016 il volume complessivo di NPE ha infatti raggiunto quota €331 miliardi, in calo di circa 3% rispetto a fine 2015, è questo il dato chiave che emerge dall’ultima edizione del report di PwC “The Italian NPL Market”.
Alla stessa data, i gross bad loans, corrispondenti a circa il 60% del totale NPE, si sono attestati a €197 miliardi e i valori netti a €84 miliardi, in diminuzione rispettivamente di circa €3miliardi e €5 miliardi dai livelli di fine 2015. Il sistema bancario italiano continua ad affrontare difficoltà collegate alla qualità dell’attivo, all’adeguatezza patrimoniale e alla redditività. Nel 2016, i risultati degli stress test hanno evidenziato i problemi dei maggiori istituti bancari italiani e gli eventi recenti hanno messo in evidenza la complessiva fragilità del sistema.
Il Governo ha messo in atto diverse riforme per affrontare il significativo volume di NPE, tra cui la Garanzia sulla Cartolarizzazione delle Sofferenze (GACS) e il sostegno al fondo Atlante. Tuttavia, il ritardo nell’attuazione di tali riforme, le incertezze connesse al Referendum Costituzionale dello scorso 4 dicembre unitamente all’attesa di un potenziale intervento del fondo Atlante hanno comportato un volume di cessioni true sale inferiore a quello previsto.
Ciononostante, il volume complessivo di transazioni aumenterà in maniera significativa se si concluderà il jumbo deal da €27,6 miliardi di bad loans di MPS, attestandosi nell’intorno di €43 miliardi a fine 2016. Nel mese di ottobre, la Banca Popolare di Bari ha chiuso il primo processo di cartolarizzazione sponsorizzata GACS. Dato il successo della chiusura della transazione Bari, altre banche stanno considerando l’uso della GACS nelle loro operazioni di cessione di portafogli.
“Per il 2017, ci attendiamo che il volume di transazioni raggiunga quota €50 miliardi, anche in considerazione dell’accelerazione che darà al mercato l’innalzamento atteso dei livelli di copertura medi anche a seguito dell’annuncio già effettuato da Unicredit e l’entrata a regime della GACS che nel 2016 non ha ancora dispiegato tutti i suoi effetti” commenta Pier Paolo Masenza, Partner di PwC.
Nel 2017 le operazioni riguarderanno sempre più portafogli bad loans nonché altre categorie di NPE, quali gli unlikely to pay e i foreborne, anche per effetto della spinta al deleverage degli NPE promossa dalle nuove linee guida della ECB. Ci si aspetta inoltre che i crediti ipotecari e verso SME & Corporate rappresenteranno una parte significativa degli attivi ceduti.
Il mercato italiano del servicing continua a registrare una solida crescita, grazie alle cessioni di portafogli e al numero crescente di istituzioni finanziarie che decidono di dare in outsourcing la gestione dei loro bad loans. L’interesse dei player internazionali per l’acquisizione di piattaforme di servicing rimane elevato, con 14 acquisizioni completate negli ultimi 4 anni.

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