Banche, in Europa la crisi non riguarda solo Mps

La situazione di una serie banche europee è, a dir poco, travagliata. La menzione d’onore va, vista la nazionalità, a Monte Paschi, che dopo aver fallito la raccolta di capitale progettata per 5 mld di euro si avvia velocemente verso una nazionalizzazione. Ma l’istituto senese, nel Vecchio Continente, è in bella compagnia. A cominciare da Deutsche Bank che ha recentemente accettato di pagare una sanzione di 7,2 mld di dollari all’amministrazione americana per la questione dei mutui subprime. Credit Suisse inoltre, a quanto sembra, sarebbe prossima a definire la sua parte di contenzioso con un esborso di 2,5 mld. Alquanto particolare poi la situazione di Barclays invece che posta davanti alla stessa opzione dei suoi colleghi ha deciso di affrontare il contenzioso legale con il Dipartimento di Giustizia americano, la prima banca a procedere in tal senso a far data dall’iniziativa dell’Amministrazione Obama di perseguire gli istituti finanziari al centro della crisi innescata dai mutui.

E le fratture bancarie, in Europa, si estendono poi anche alle Banche Centrali: “Sempre più nervose alla prospettiva della liquidazione dei loro titoli di stato in portafoglio acquistati sotto l’egida del QE oggi prezzati al valore di carico storico – fanno notare gli analisti di Wings Partners Sim –  nessuno sa cosa potranno valere al momento del disimpegno, specie se i primi accenni di inflazione visti nel 2016 dovessero confermarsi nell’anno entrante. La recente e quanto mai aspra polemica tra BCE e Banca Centrale Olandese (quest’ultima avrebbe cercato di aggirare il divieto di emissione di moneta circolante coniando monete d’oro con corso legale) nasconde malamente l’insofferenza dei membri dell’unione per un sistema che le priva di sovranità monetaria, con qualcuno che si spinge ad ipotizzare che dietro al recente e corposo processo di accumulo d’oro da parte delle Banche Centrali si nasconda un malcelato desiderio di tornare ad un sistema basato sulla convertibilità aurea”.     G.R.

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