Interessante il rendimento da dividendo dalle azioni

A cura di Matthias Hoppe, Senior Vice President e Portfolio Manager di Franklin Templeton Solutions
Alla fine di un anno politicamente teso e imprevedibile, vale la pena evidenziare che i mercati finanziari sono stati insolitamente calmi. Troppo calmi, secondo noi. Guardando al prossimo anno, prevediamo un cambiamento. Le misure di mercato della volatilità prevista hanno continuato a scambiare a livelli sorprendentemente bassi, secondo la nostra analisi, date tutti gli ambiti di preoccupazione: incertezze economiche che rimangono evidenti e ovunque; crescita globale contenuta e valutazioni del mercato azionario impegnative al novembre 2016 che appaiono contraddittorie; e segnali di incipiente inflazione (almeno negli Stati Uniti) mentre molte obbligazioni governative globali offrono poco o nessun rendimento.
Nel gestire strategie di absolute return in Franklin Templeton Solutions, siamo sempre consapevoli dell’impatto che cambiamenti nel contesto economico potrebbero avere sui nostri investimenti e rimaniamo in guardia in cerca di modi adeguati per cercare di aggiungere valore man mano che ci muoviamo attraverso acque potenzialmente agitate. A fine 2016, molte delle asset class spesso favorite dagli investitori absolute return apparivano costose, a nostro parere, e gli strumenti che solitamente offrono diversificazione sono sembrati verosimilmente meno efficaci, dati bassi rendimenti iniziali per asset simili ai bond. Quindi, quando costruiamo le nostre strategie absolute return dobbiamo essere memori del “viaggio che sperimenteranno gli investitori” – il 2017 potrebbe essere un anno con onde più grandi del previsto.
Quali sfide ci aspettano nel 2017. L’inflazione non è stata una rilevante preoccupazione negli ultimi anni ma potrebbe innescare una maggiore volatilità di mercato nell’anno a venire. Mentre gli effetti di precedenti cali nei prezzi dell’energia abbandonano le misure inflazionistiche annue all’inizio del 2017 e l’influenza deflazionistica della crescita dei commerci globali contenuti inizia a dissiparsi, prevediamo di vedere aumenti dei prezzi ritornare in cima alle preoccupazioni degli investitori. Si prevede che la US Federal Reserve muoverà i tassi di interesse moderatamente più in alto negli Stati Uniti e i mercati potrebbero integrare un profilo più ripido di quanto attualmente previsto, se le prospettive inflazionistiche sono meno chiare. Questo è particolarmente vero dal momento che non sappiamo quali elementi della retorica della campagna del Presidente eletto Donald Trump vedremo implementati, figuriamoci come le economie o i mercati reagiranno ad essi.
Si potrebbe prevedere che il dollaro USA si apprezzi sulla scorta dell’inasprimento monetario, specialmente se dovesse essere accompagnato da una crescita ragionevolmente robusta. Tuttavia, il mercato del lavoro statunitense è già rigido: la disoccupazione è scesa sotto il 5%, solo la metà del livello visto nel 2010, e si è verificata la crescita degli stipendi. Questo potrebbe presto esercitare ulteriore pressione sugli utili societari, portando a un’esplosione inflazionistica controproducente. Inoltre, qualunque brusca forza del dollaro USA potrebbe presto esportare non solo l’inflazione ad altre parti del mondo, ma anche un periodo di accresciuta incertezza e volatilità di mercato.
Un tale contesto potrebbe non vedere la Banca Centrale Europea o la Bank of Japan raggiungere i loro target inflazionistici, o necessitare di un brusco cambiamento di politica. Tuttavia, probabilmente complicherebbe i già difficili dibattiti sull’efficacia di tassi di interesse ultra bassi e strumenti di politica monetaria non convenzionali. Inoltre, l’Europa stessa potrebbe continuare a causare incertezza spinta a livello politico, con paesi che rappresentano circa il 90% del prodotto interno lordo dell’Eurozona che terranno elezioni nel 2017.
Questo contesto probabilmente determinerebbe curve di rendimento più ripide nei mercati obbligazionari sviluppati. Potrebbe altresì, almeno per un po’ di tempo, vedere un’inversione del flusso di fondi che ha sostenuto gli asset dei mercati emergenti. Tuttavia, riteniamo che uno degli asset più sopravvalutati, sulla base dei nostri modelli, siano le obbligazioni societarie high-yield. Qualunque inversione dei flussi di “ricerca del rendimento” che hanno spinto le valutazioni a livelli eccessivi a novembre 2016 condurrebbe probabilmente a una brusca correzione nei prezzi e a una ricerca di porti percepiti più sicuri.
Non è tempo di essere eroici. Quando siete sulla riva e guardate le onde infrangersi sulle rocce, siete tentati di entrare in acqua? Se foste su una piccola barca, cerchereste un porto sicuro?
Mentre cerchiamo fonti di potenziale di performance meno correlate con la direzione dei mercati azionari, rimaniamo ottimisti nell’effettuare investimenti di più lungo periodo che sfruttano i persistenti pregiudizi tra gli investitori in generale. Gli investimenti nei cosiddetti premi al rischio che beneficano di modelli di performance relativa (per esempio, l’osservazione ben documentata che gli investitori in genere sottovalutano i titoli di qualità) possono, secondo la nostra analisi, offrire interessanti integrazioni ai nostri portafogli.
Non abbiamo una view particolarmente negativa delle azioni, sebbene pensiamo che il loro potenziale di performance non sia molto convincente. Tuttavia, se confrontato con il rendimento attualmente modesto sulle obbligazioni governative di molti mercati sviluppati, il rendimento da dividendo dalle azioni ci sembra più interessante. Una strategia che continuiamo a prediligere, mentre continiamo a cercare modi di gestire il rischio e ancora catturare attraente potenziale di performance, è di investire in selezionati mercati azionari globali e gestire attivamente un programma di overlay dei derivati. Un tale overlay può catturare ulteriore income vendendo opzioni call, il che lascia alcuni dei potenziali guadagni che non prevediamo avvenire. Possiamo utilizzare parte di questo income per acquisire protezione contro un brusco calo nei mercati o un aumento nella volatilità anticipata.
Seguire un approccio razionale alla costruzione del portafoglio. Investire comporta sempre dei rischi. La crescita economica considerevolmente più forte e un aumento nei comportamenti di investimento in cerca di rischio da parte dei soggetti del mercato generalmente vedrebbero le nostre strategie difensive avere performance scarse, e si potrebbero perdere opportunità per beneficiare dell’apprezzamento degli asset Growth. Tuttavia, seguendo un approccio sensato alla costruzione del portafoglio e adottando una filosofia che cerca di “vincere non perdendo”, ci avviciniamo al 2017 ottimisti circa le nostre prospettive di generazione di potenziale di performance incrementale, qualunque tempesta possa frapporsi lungo il percorso.

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