I temi caldi del 2017

Il 2016 è stato un anno di mercati contrastati e shock geopolitici che hanno messo in ombra i fondamentali. Le piazze finanziarie si sono mosse sulla base di congetture e sorprese, sfidando gli attori del mercato.
Larry Hatheway – Capo economista di GAM: Il ritorno della gestione attiva. I fondi azionari che replicano gli indici, difficilmente registreranno buone performance nel 2017, riportando in auge gli investimenti attivi. Le strategie pseudo-attive che si tengono a debita distanza da scommesse direzionali sembrano destinate al fallimento visto che le possibilità di rendimenti generalizzati del mercato sono poche rispetto alla molto più significativa divergenza dei rendimenti tra gestioni di tipo regionale, settoriale, di stile e specifiche su alcuni titoli. Nei mercati azionari ci sono ancora sacche di valore, ma le strategie ad ampio spettro hanno rendimenti limitati, per giunta messi in ombra dalla deludente performance del mercato nel suo complesso. Ci stiamo muovendo più verso i ciclici e verso quei titoli che beneficeranno della debolezza valutaria, come il mercato giapponese, allo stesso tempo il peso dei mercati emergenti. Nel reddito fisso, rendimenti in crescita mineranno le basi della parità di rischio.
Tim Love – responsabile strategie azionarie Paesi Emergenti: Un’introduzione ai VARP. Vietnam, Argentina, Romania e Pakistan rappresentano un insieme di geografie, linguaggi, storie e culture aziendali con un denominatore comune: ciascuna offre significative opportunità di crescita. Le economie dei VARP sono più di 13 volte più piccole dei BRICs e perciò non ci aspettiamo che sostengano l’economia globale allo stesso modo, o che possano generare lo stesso livello di rendimento per gli investitori. Tuttavia, questi mercati offrono una dimensione più profonda a un portafoglio che investe sui mercati Emergenti, con potenziali rendimenti ponderati per il rischio interessanti – per via della loro diversità.
Davide Marchesin – gestore del team azionario non direzionale di GAM: La crescita delle banche USA. Stiamo osservando un importante punto di flessione nelle prospettive di crescita per le banche USA. Sono impostate per beneficiare di una regolamentazione meno stringente, un aumento dei margini di interesse grazie all’irripidimento della curva dei rendimenti e minori accantonamenti grazie alla reazione dell’economia allo stimolo fiscale. Di conseguenza, alcuni nomi selezionati con particolare attenzione sembrano un posizionamento interessante. Altro tema finanziario che sta guadagnando importanza è il minor interventismo del governo statunitense in mercati come quello dei prestiti agli studenti e l’assicurazione sui mutui, dove imprese private stanno riconquistando quote di mercato dopo la contrazione registrata durante l’amministrazione Obama.
Gianmarco Mondani – CIO del team azionario non direzionale di GAM : Gli appalti nella difesa europea. Stiamo cominciando a intravedere alcune interessanti prospettive tra le società appaltatrici della difesa europea. Dopo diversi anni di riduzione dei ricavi, dovuti dalla disciplina di bilancio, i crescenti rischi geopolitici dovrebbero portare a prospettive sui ricavi migliori di quelle attualmente stimate dal mercato.
Jonathan Stanford – gestore senior del team azionario non direzionale di GAM : Il ritorno delle convertibili. Le obbligazioni convertibili potrebbero dimostrarsi un’asset class molto interessante nel 2017. Permettono agli investitori di ottenere esposizione al mercato azionario detenendo asset obbligazionari. Una combinazione che sembra adeguata all’attuale contesto, in cui nessuno vuole le obbligazioni e l’azionario crea incertezza. Le caratteristica di duration breve, tipica delle convertibili, previene il problema di una sovraesposizione all’aumento dei tassi di interesse. In quanto asset di spread, la componente creditizia dà adito a maggiori opportunità di rendimento, o di rivalutazione, in uno scenario di relative value arbitrage.
Tim Haywood – responsabile strategie obbligazionarie Absolute Return: Contrazione dello Spread. Il 2017 porterà sicuramento una maggiore contrazione dello spread tra i rendimenti delle obbligazioni a più lunga scadenza dei mercati Emergenti e di quelli sviluppati: i primi sono aumentati dopo l’elezione di Donald Trump ma le prospettive di crescita locale si sono attenuate. Al contrario, i rendimenti dei mercati sviluppati fronteggiano diversi fattori contrari, tra cui la politica di rialzo dei tassi piuttosto che di tagli, minore quantitative easing, più emissioni nette e sprazzi di inflazione in Paesi con valute deboli, meno acquisti stranieri, riduzione dei rating di credito e uno slancio in calo.
Roberto Cominotto – responsabile per l’azionario settore Energia: Servizi petroliferi in nord America. L’industria dei servizi e degli equipaggiamenti per il settore petrolifero e del gas ha passato la sua peggior crisi negli ultimi due anni e mezzo, raggiungendo il minimo di questo ciclo nel terzo trimestre del 2016. Mentre per le società più esposte ai giacimenti offshore, ci vorranno diversi trimestri prima che l’utilizzo della capacità migliori, l’industria dei servizi ai giacimenti onshore nordamericani si sta già riprendendo. I produttori di petrolio e gas di scisto sono fiduciosi che la ripresa del prezzo del greggio continuerà nel 2017 e hanno cominciato ad annunciare aumenti degli investimenti. Le società a media capitalizzazione, specializzati nei servizi per l’industria del fracking sono quelle meglio posizionate per beneficiarne nel 2017.
Scilla Huang Sun – gestore dell’azionario settore lusso: Il portafoglio “Tuttifrutti”. Il contesto macroeconomico al momento è piuttosto volatile e rimarrà tale anche nel 2017 con numerosi eventi politici all’orizzonte dall’esito incerto. Con una buona diversificazione derivante da un approccio top-down (al momento siamo posizionati su titoli growth, momementum stocks, difensivi e su quelli troppo sottovalutati), gli investitori dovrebbero essere in grado di beneficiare della diversificazione. Allo stesso tempo, è necessario mantenere un approccio bottom-up su quelle società con brand forti e una generazione di flussi di cassa in grado di aumentare le quote di mercato. Siamo fiduciosi che il trend positivo osservato nel terzo trimestre del 2016 acquisterà ancora maggior slancio, e siamo convinti dalle potenzialità di crescita secolare dell’industria dei beni di lusso.
Reiko Mito – responsabile strategie azionarie per il Giappone: La volatilità valutaria non impatta sull’azionario. Il 2017 sarà il momento giusto per posizionarsi sulle società giapponesi in grado di crescere a prescindere dai tassi di cambio. La volatilità dello Yen è comprensibilmente un incubo per i manager delle società domestiche. Tuttavia, siamo propensi a investire in quelle società in grado di crescere indipendentemente dalle fluttuazioni dei cambi, che inevitabilmente influenzano i bilanci delle società nel breve periodo. Questa distorsione più essere sia positiva sia negativa, e per questo noi guardiamo oltre l’impatto di breve periodo, prestando attenzione ai fondamentali. A nostro avviso è più importante analizzare se questo impatto sia solo un effetto di traduzione, oppure se la società ci stia guadagnando, o rimettendo, in termini di competitività.
Christian Gerlach – gestore delle strategie sulle Commodities: Il ritorno delle strategie discrezionali macro. Come negli anni Settanta, la volatilità aumenterà in diversi mercati nel corso dei prossimi anni. Le forze populiste, l’inflazione e la svalutazione delle divise azzereranno il consenso di investimento del post-2008, secondo cui è preferibile essere posizionati su asset a bassa volatilità. Con una serie di eventi estremi che metteranno in discussione molte strategie di investimento apprezzate, i rendimenti torneranno a concentrarsi intorno all’approccio più flessibile esistente – quello discrezionale macro.
Christophe Eggmann – responsabile dell’azionario settore Healthcare: M&A nella sanità. Le operazioni di M&A si confermeranno come una caratteristica predominante del settore anche nel 2017, e ci aspettiamo di vedere un’accelerazione di questo trend nei trimestri a venire. Per molte società, queste operazioni sono una necessità per crescere, non solo un’opzione, e una maniera di controbilanciare potenziali perdite di potere sui prezzi. I fattori di sostegno di questi accordi includono le ampie riserve di liquidità, il rimpatrio di liquidità detenuta offshore negli Stati Uniti, società target interessanti e la ricerca di maggiore crescita e meno tasse. Un ulteriore fattore catalizzante è rappresentato dalla riforma in materia di tassazione societaria proposta da Trump, in cui è inclusa una legge per il rimpatrio di capitali offshore, che accelererà di sicuro l’impiego del capitale.

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