I bond delle banche periferiche piacciono di più

A cura di Alexander Pelteshki, investment manager del team fixed income di Kames Capital
Da inizio anno è maturata una certezza: il debito subordinato emesso dagli istituti del meridione europeo è una buona area in cui investire. Stiamo vedendo infatti un continuo miglioramento delle condizioni delle banche, aiutato da un peculiare zelo regolatorio, e un solido quadro tecnico.
Crediamo che in Spagna i tempi siano maturi per una rapida accelerata nella cessione di asset real estate da parte delle banche locali. I primi segnali si sono visti già nel 2017, quando Banco Santander e BBVA hanno chiuso transazioni di larga scala per rimuovere il rischio immobiliare dai loro bilanci. Siamo convinti che queste non siano iniziative singole, ma che presto altri istituti abbracceranno l’esempio delle due pioniere.
Se in Spagna la ripresa del comparto è ampia e sistemica, in Italia le dinamiche indicano un recupero meno diffuso. I top player del mercato, tuttavia, hanno fatto passi avanti sufficienti a voltare pagina nella loro personale storia di recupero crediti, anche se molte delle sfide che hanno zavorrato il settore rimangono ancora aperte.
Da un punto di vista normativo, c’è una forte spinta per affrontare il problema dell’elevato numero di crediti deteriorati. Lo si nota nell’atteggiamento delle banche: anche in assenza di target ufficiali, pensiamo che tutti gli istituti italiani (fatta eccezione per Unicredit che è già un passo avanti) aggiorneranno i propri business plan ponendosi l’obiettivo di dimezzare la voce crediti deteriorati. Questo tono più aggressivo da parte dei vertici segnerebbe un cambiamento significativo molto legato, secondo noi, ad una forte interazione con gli organi regolatori europei.
Nel complesso si è raggiunto un punto di svolta nel ciclo di ripresa del sistema bancario spagnolo e, in parte, di quello italiano. Riteniamo che lo stato di salute del credito sia solido abbastanza da giustificare una posizione overweight, in prospettiva di regole più severe e di ulteriori interventi sui bilanci.
Alla luce di ciò, diversamente da quanto accade per le banche del nord Europa, crediamo che il miglioramento del settore bancario della periferia andrà a vantaggio soprattutto degli obbligazionisti rispetto agli azionisti. Tale fattore, da un punto di vista di investimenti, incoraggia un aumento dell’esposizione al rischio di credito subordinato nei due mercati. Tuttalpiù considerando la combinazione tra un solido quadro tecnico delle sottoclassi e un rapido miglioramento dei fondamentali non ancora riflesso sui rendimenti delle obbligazioni.

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