Cfa Italy Financial Business Survey, ecco i risultati del sondaggio mensile tra i gestori

Gli investitori professionali italiani certificati CFA® rimangono fiduciosi su una ripresa dell’economia italiana nei prossimi sei mesi, con il “Sentiment Index” che si mantiene stabile a 47,4. E’ quanto emerge dal sondaggio mensile, svolto da CFA Society Italy in collaborazione con Il Sole 24 Ore Radiocor. Nel dettaglio, Il CFA Italy Radiocor Financial Business Survey ha misurato il parere di 76 professionisti con certificazione CFA® e membri dell’Associazione, un campione rappresentativo del punto di vista degli investitori professionali italiani (i circa 400 soci di CFA Italy svolgono principalmente i ruoli di gestore di portafoglio, analista finanziario, trader, broker, consulente e top manager di società del settore finanziario).

Il sondaggio, svolto tra il 20 ed il 31 luglio 2015, rileva un dato stabile per l’indice di sentiment (indicatore che riflette la differenza tra la percentuale di intervistati che sono ottimisti sulle prospettive economiche del Paese nei prossimi sei mesi, rispetto alla percentuale di coloro che sono pessimisti) a 47,4 dal precedente 47,1 del mese scorso.

Nel dettaglio, i partecipanti al sondaggio continuano ad essere positivi sulle prospettive dell’Eurozona e sull’economia USA mentre continuano ad attendersi una normalizzazione del trend dell’inflazione a livello globale. Come tale, i tassi di interesse sono previsti mantenersi stabili in Europa e normalizzarsi negli Stati Uniti. I mercati azionari sono previsti in crescita dagli attuali livelli, sebbene sull’indice USA sia presente una minore positività, mentre vi è un generale consenso sulle prospettive di apprezzamento del dollaro USA contro Euro. Relativamente al prezzo del petrolio, circa la metà degli intervistati prevede una stabilità nei prossimi sei mesi. Tuttavia, coloro che si aspettano una discesa dagli attuali livelli rappresentano circa il 29%, rispetto a solo un 22% che si attende un rialzo.

“L’indicatore di fiducia nell’economia italiana di CFA Italia – ha commentato Luca Grassadonia, CFA, consulente indipendente – rimane in territorio ampiamente positivo anche nel mese di agosto, sullo stesso livello raggiunto a luglio 2015. La situazione macroeconomica attuale è giudicata normale in Italia ed Eurozona e positiva negli USA, con prospettive di miglioramento nell’Eurozona e di stabilità in USA. Dato il livello attuale molto basso di attività economica nell’Eurozona, sembra che gli operatori si siano abituati a questo come ad un dato normale, da cui attendersi o scarsi miglioramenti assoluti o un forte sviluppo dell’interscambio interno, poiché le economie dei paesi emergenti notoriamente clienti sono tutte in forte rallentamento”.

“Sorprende – ha poi notato Grassadonia – la percezione positiva dell’economia USA, dopo che il GDP Q1 ha subito uno storico doppio aggiustamento stagionale senza tornare in territorio positivo. C’è coerenza invece con le attese d’inflazione e tassi a breve ed a lunga in rialzo, ma osservando la spinta deflazionistica proveniente dalla svalutazione dei paesi emergenti e lo sforzo della Cina per sostenere il Renminbi, sembrerebbe che gli operatori pensino che la base produttiva sia stata ridimensionata dalla crisi, e che pertanto non sia possibile aumentare l’attività senza innescare subito una spirale inflazionistica”.

“Per quanto riguarda l’Italia – continua l’esperto – la riduzione dell’attesa di rialzo dei tassi segue la pausa nella crisi greca. Le attese positive sui mercati azionari, sul dollaro, e negative sullo yen, sono in linea con le politiche monetarie estreme delle banche centrali a sostegno delle attività finanziarie e con il passaggio del testimone tra FED e BCE nel Quantitative Easing”.

“A livello settoriale – conclude Grassadonia – la crescita dell’ottimismo sui settori Bancario ed Assicurativo è motivata dal miglioramento recente degli utili aziendali, un’indicazione che lo sforzo delle banche centrali per ricapitalizzare indirettamente il settore finanziario sta avendo finalmente successo. L’ottimismo sul settore automobilistico probabilmente deriva dalla prossima quotazione in borsa di Ferrari, mentre il settore petrolifero è giustamente penalizzato dall’andamento del prezzo del petrolio. Quest’ultimo è visto a livello stabile, senza contare forse su un ritorno a breve dell’Iran nel mercato petrolifero”.

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