Usa, rialzo dei tassi di interesse in vista. Dinamiche divergenti nei mercati emergenti

A cura del Research & Investment Strategy team di Axa Im
L’economia americana sembra aver ripreso a crescere dopo la debolezza di inizio anno. La crescita nel primo trimestre è stata rivista al rialzo al -0,2% (annualizzato) grazie all’aumento dei consumi. Gli ultimi dati indicano un rimbalzo dell’economia verso una crescita annualizzata del 3%: sono infatti svaniti i fattori transitori che avevano provocato la contrazione del primo trimestre.
I consumi continuano a crescere in misura sostenuta, anche grazie alla flessione dei prezzi dell’energia e al miglioramento del mercato del lavoro. La forte ripresa della fiducia dei consumatori lascia presagire che è probabile che le famiglie nei prossimi trimestri spenderanno il reddito supplementare generato dai risparmi sul costo dell’energia.
Tuttavia, le previsioni per il settore manifatturiero restano sotto tono. Secondo i dati ufficiali, la produzione risulta stagnante nel primo semestre del 2015. L’indice Chicago PMI è intorno ai livelli minimi dall’inizio della crisi finanziaria globale e il nostro indice surprise gap è sceso (pur restando in territorio espansivo). Questo andamento probabilmente riflette la crisi manifatturiera globale e la debolezza degli indici PMI nel Regno Unito, in Cina e nella maggior parte dei mercati emergenti, oltre alle difficoltà provocate dalla forza del dollaro americano.
Non crediamo che questo percorso di crescita accidentato basterà a ritardare il rialzo dei tassi da parte della banca centrale americana, ma probabilmente la porterà ad agire con prudenza quando si tratterà di scegliere il ritmo del processo di normalizzazione. Crediamo che un forte rimbalzo della crescita nel secondo trimestre, oltre il 2,5%, spingerà la Federal Reserve a innalzare i tassi a settembre. Forse lo annuncerà il presidente Yellen in occasione del discorso semestrale al Congresso di metà luglio.
I rischi a livello locale in vista dell’incontro di settembre sembrano sotto controllo, ma l’incognita sono i rischi internazionali. Una forte turbolenza sui mercati, alimentata dalla volatilità in particolare in Cina e nei paesi limitrofi, potrebbe convincere la banca centrale americana a posticipare il rialzo al quarto trimestre. La Federal Reserve, così come tutti gli altri, terrà gli occhi ben aperti sulla crisi greca nelle prossime settimane. In ogni caso, prevediamo che il ritmo della stretta monetaria sarà graduale dopo il primo rialzo ed esamineremo attentamente le scelte che potrebbero provocare forti reazioni sui mercati obbligazionari.
Mercati emergenti. Lo scenario economico mostra qualche segnale di miglioramento nei mercati emergenti, soprattutto grazie a tre paesi dell’Europa centrale e orientale (Ungheria, Polonia e Repubblica ceca). Gli indici PMI di giugno sono migliorati su base mensile, principalmente nell’Europa centrale e orientale e in America latina. Ciononostante, gli indici PMI in Asia sono scesi leggermente, restando intorno o al di sotto della soglia di 50.
Secondo le nostre previsioni, gli unici mercati emergenti dove la crescita salirà sono Ungheria, Polonia e Repubblica ceca, per la vicinanza all’Eurozona dove le prospettive sono più positive. Nelle altre regioni la crescita sarà sotto tono a causa della stretta monetaria (in Brasile), della debolezza dei prezzi delle materie prime in caso di un accordo con l’Iran oppure per le preoccupazioni sulla crescita in Cina e l’andamento del mercato azionario. Per il momento i dati sugli scambi commerciali in Corea nel mese di giugno indicano un incremento delle esportazioni. Tuttavia, la tendenza al ribasso degli indici PMI globali segnala che la ripresa delle esportazioni in Asia avrà breve durata.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!