Pictet sovrappesa l’Europa e tra i settori le tlc

a cura della Strategy Unit di Pictet Asset Management

Confermiamo la preferenza per le azioni giapponesi ed europee, ma passiamo a un pieno sovrappeso solo su queste ultime. Rivediamo invece al ribasso il giudizio sulla regione Pacifico ex- Giappone escluso, poiché la recente decelerazione della Cina potrebbe penalizzare i Paesi asiatici suoi partner commerciali.

Il fascino delle Borse europee è aumentato ora che la Grecia e i suoi creditori sono al lavoro su un nuovo pacchetto di salvataggio che dovrebbe consentire al Paese di restare nell’area euro. Con l’attenuarsi delle incertezze legate alla questione greca, le prospettive per la regione sono migliorate e le valutazioni appaiono più ragionevoli dopo la correzione degli ultimi mesi. La crescita economica tiene, grazie alla ripresa in Spagna e Italia che compensa la debolezza della Germania.

Le attese sugli utili aziendali prospettici dell’area euro dovrebbero aumentare del 7,7% nel corso del 2015, anche se i nostri modelli suggeriscono un’accelerazione ancora più marcata. Gran parte della ripresa è riconducibile alla robusta ripresa dei consumi delle famiglie.

Gli investimenti aziendali restano invece invariati, ma l’ultimo sondaggio della Banca Centrale Europea sui prestiti bancari è incoraggiante: le condizioni di accesso al credito per le imprese sono sempre meno severe, il 13% degli istituti ha registrato un aumento della domanda di finanziamenti rispetto all’1% del trimestre precedente.

Il nostro indicatore proprietario della situazione monetaria mostra che le condizioni del credito nell’area euro sono le più convenienti degli ultimi 20 anni almeno, segno che le misure accomodanti della BCE hanno una ricaduta positiva sull’economia reale. Per l’azionario nipponico le previsioni a breve termine non sono più così chiare. L’effetto delle iniezioni di liquidità della Banca del Giappone sembra di consensus sulla crescita degli utili per l’intero esercizio restano invariate all’1% per quest’anno e al 17% per il 2016. Un’accelerazione che sembra già scontata: in base ai nostri punteggi gli Stati Uniti risultano la regione più onerosa, con azioni scambiate a 17,9 volte gli utili a 12 mesi o a un PBV di 2,7. Inoltre, in presenza di margini di profitto storicamente elevati e di un dollaro forte, le società USA faticheranno ad aumentare gli utili nel medio periodo.

Confermiamo pertanto il sottopeso degli Stati Uniti.

Quanto all’allocazione settoriale, tagliamo la sovraponderazione di lunga data sui settori più esposti al ciclo economico alla luce della recente debolezza della produzione a livello globale. Riduciamo a neutrale l’allocazione ai titoli industriali, secondi nella nostra classifica dei settori più onerosi. Per contro, promuoviamo le telecomunicazioni, che presentano valutazioni allettanti e ci sembrano trascurate dagli investitori. Nel lungo periodo confidiamo che i titoli ciclici offrano un maggior potenziale di guadagno.

 

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